Le Città Invisibili di Italo Calvino
Diomira “città con 60 cupole d’argento, statue in bronzo di tutti gli dei, vie lastricate in stagno, un teatro di cristallo, un gallo d’oro che canta ogni mattina su una torre”, Isidora “città dove i palazzi hanno scale a chiocciola incrostate di chiocciole marine”, Dorotea, Zaira, Anastasia, Tamara, Zora, Despina “città di confine tra due deserti”, Zirma, Isaura, Maurilia, Fedora, Zenobia “con le sue palafitte e le sue scale sospese”, Eufemia, Zobeide “città bianca ben esposta alla luna, con vie che girano su se stesse come in un gomitolo”.
Sono questi i nomi – perlopiù femminili – assegnati da Italo Calvino alle sue Città Invisibili, in cui immagina un visionario Marco Polo stendere oralmente delle relazioni di viaggio a Kublai Kan, imperatore dei Tartari, e per mezzo del quale discettare sui molteplici elementi che s’intersecano in un contesto urbano, determinandolo di volta in volta: la vita, la morte, il desiderio, la memoria, gli scambi, i percorsi, i destini, l’arte.
Un’opera che, come ebbe a dire il suo stesso autore, è una sorta “di poema d’amore alle città nel momento in cui diventa sempre più difficile viverle come città”.
Le Città Invisibili, le illustrazioni
Ma se le Città Invisibili decantate da Italo Calvino nell’omonimo libro venissero illustrate quali forme e colori assumerebbero? Di fronte a tale quesito si sono destreggiati tre artisti: Matt Kish, Joe Kuth e Leighton Connor, che hanno dato vita al progetto Seeing Calvino.
Una serie di illustrazioni che è possibile ammirare su Tumblr in cui i tre autori del progetto illustrano settimanalmente una delle 55 città fantastiche raccontate da Marco Polo, coniugando in un sapiente gioco creativo arte e letteratura.

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