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Turismo Culturale

Gli archi storici di Bari tra santi, streghe e innamorati

gli archi storici di bari tra santi streghe e innamorati

Ti faccio scoprire con quest’articolo gli archi storici di Bari vecchia, una sorpresa anche per me che ne conoscevo solo alcuni ma senza farci troppo caso. Questo post è stato un buon pretesto per approfondirne!

Il centro storico di Bari, conosciuto anche come Bari vecchia, è ricco di tracce che rimandano ai tempi che furono tra palazzine palatiate del Cinquecento, elementi di epoca barocca, architetture in stile romanico e testimonianze medievali come gli archi, quelle curve architettoniche che collegano tra loro le viuzze dei borghi.

L’origine degli archi sembra riconducibile agli antichi romani, che li fecero comparire in quasi tutte le costruzioni monumentali. Ve ne sono di diversi tipi: l’arco a tutto sesto prevalente nelle architetture romaniche, l’arco acuto del periodo gotico, l’arco rampante, l’arco di trionfo (per celebrare un trionfo militare).

Bari vecchia è ricca di queste caratteristiche costruzioni architettoniche che sono gli archi. Se ne contano oltre una cinquantina e sono tipici del borgo antico, al pari delle edicole votive che spesso li accompagnano.

Arco Basso e Arco Alto

Inizio con due degli archi più rinomati: Arco basso e Arco alto. Si trovano entrambi situati in piazza Federico II di Svevia, di fronte al Castello Svevo.

Il primo che si presenta è l’Arco Basso, su Strada Arco basso solitamente indicata come “la strada delle orecchiette” per le bancarelle allestite dalle signore che abitano nei paraggi e che vendono le orecchiette, la tipica pasta pugliese a forma di piccole orecchie, ai passanti molte volte preparate al momento oppure già imbustate. 

arco basso uno degli archi storici di bari vecchia

L’Arco Basso. Photo credit Art and Cult Blog

Anche nel passato questa strada era piena di pastifici ed era nota anche come Strada degli zoccolari perché vi lavoravano i fabbricanti di zoccoli. Era usanza tipica, infatti, chiamare le vie con i nomi dei mestieri che venivano praticati nelle botteghe.

Posto accanto all’Arco basso, così chiamato proprio per l’arco ribassato, si staglia l’Arco Alto, adornato da almeno tre edicole votive dedicate alla Madonna Addolorata e a San Nicola.

Arco della Neve

Proseguendo sulla strada che porta a svoltare verso la Cattedrale di San Sabino si possono incrociare gli altri archi che arricchiscono il borgo antico. Il primo e ben visibile è l’Arco della Neve, posto a fianco della Cattedrale in piazza Odegitria.

L’Arco della Neve è così chiamato perché un tempo in questa zona si vendeva la neve sotto forma di ghiaccio per poter preparare nei mesi estivi gelati, bibite e granite in assenza dei congelatori, ma serviva anche per curare ferite e infiammazioni.

arco della neve di bari vecchia

Un pittoresco scorcio dell’Arco della Neve. Photo credit Art and Cult Blog

Il ghiaccio veniva conservato in locali situati sotto il livello della strada denominati abitualmente “sottani” in dialetto. Tre erano le principali rivendite di ghiaccio a Bari vecchia, attive tra Settecento e Ottocento; una di queste era situata proprio in questo passaggio vicino alla Cattedrale da cui prende il nome l’arco.

Arco delle Streghe

Restando in zona e proseguendo sulla stradina posta a sinistra dell’Arco della Neve si giunge ad un altro noto arco barivecchiano: l’Arco delle Streghe.

Un bellissimo gattone mi guarda mentre mi avvicino per poi lasciarmi il passaggio libero. Noto che gli hanno costruito una bella casetta posta lateralmente sulla stradina con le ciotole di acqua e cibo, segno della generosità della gente del posto che posso confermare essere gentile e disponibile con i turisti, anche quelli di casa propria!

L’Arco delle Streghe, o Arco delle Masciare (dove “masciare” sta per streghe) si trova in Corte Cavallerizza e rimanda ad atmosfere gotiche. Qui si ritiene che in un antico passato si riunissero le streghe e le maghe del posto per dar vita ai loro sortilegi: incantesimi, maledizioni o ammaliamenti ma anche pozioni curative contro i malanni.

arco delle streghe tra gli archi storici di bari vecchia

L’Arco delle Streghe. Photo credit Art and Cult Blog

Le streghe di Bari erano chiamate Gatte masciare perché, secondo la leggenda, si trasformavano in gatte nere e per questo associate al diavolo. Si riteneva che salissero sui tetti denudandosi e ungendosi di un unguento particolare prima di partire per Benevento dove sotto il fatidico albero di noce si riunivano insieme a tutte le altre streghe d’Italia per dar vita ai sabba.

Sarà per questo che all’ingresso di Corte Cavallerizza è situata l’edicola votiva dedicata alla Madonna e la targa della Chiesa cristiana evangelica? Chissà, ma di edicole votive e di simboli apotropaici il borgo antico di Bari ne è pieno.

Arco Tre Cantaie

Come nel caso di Arco Tre Cantaie, un pittoresco arco di colore rosa posto su strada Tancredi, nella corte omonima, con tre simboli apotropaici. L’arco deriva il nome dalla barca bizantina “trikantìras”, fabbricata in questi luoghi e adibita al trasporto di cantari (antichi vasi) pieni di olio, vino e altri prodotti.

archi storici di bari vecchia

L’Arco Tre Cantaie. Photo credit Art and Cult Blog.

Arco delle Meraviglie

Un altro imperdibile arco, restando nei paraggi, è l’Arco delle Meraviglie su Strada Zonnelli. Quest’arco rimanda alla storia della coppia più celebre di tutti i tempi: Romeo e Giulietta.

Si ritiene infatti che l’arco fu costruito in una sola notte per agevolare due innamorati osteggiati, come la nota coppia shakespeariana, che abitavano l’uno di fronte all’altra.

arco delle meraviglie di bari

L’Arco delle Meraviglie. Photo credit Art and Cult Blog

L’arco è chiamato “delle meraviglie” dal nome della famiglia aristocratica proprietaria del palazzo, i Maraviglia, che da Milano si trasferì a Bari nel XVI secolo e lo fece costruire per collegare due abitazioni medievali poste frontalmente.

Arco dei Pellegrini e Arco Angioino

Imboccando infine la strada che porta alla Basilica di San Nicola vi sono gli ultimi due importanti archi che voglio consigliarti: l’Arco, o Portico, dei Pellegrini e l’Arco angioino.

L’Arco dei Pellegrini è un arco a sesto acuto costruito durante la dominazione angioina nella città. Da qui si accede alla piazza antistante la Basilica dedicata a San Nicola.

Quest’arco è sovrastato da un’immagine scultorea del santo e ricordava a chi entrava che in quell’area vigeva l’immunità giuridica. Ai lati dell’altorilievo  due stemmi, di cui uno risalente a Raimondello Orsini (fine XIV secolo).

arco angioino di bari

L’arco angioino. Photo credit Art and Cult Blog

Una volta dentro piazza San Nicola si noterà una statua a grandezza naturale del santo, dono di Vladimir Putin, e l’arco posto a fianco che è quello dal quale si esce e ci si immette nelle stradine del borgo antico: l’Arco angioino.

Fatto costruire da re Carlo II d’Angiò rappresenta l’ingresso principale alla Cittadella nicolaiana dove sono presenti la Basilica e il Museo dedicato al vescovo di Myra. Un tempo chi oltrepassava l’arco godeva di immunità sia religiosa che civile ponendosi sotto la protezione del Santo.

Art and Cult Blog

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4 COMMENTS

  • Uno più bello dell’altro!!
    Ovviamente la mia attenzione è stata attirata immediatamente dell’Arco delle Streghe … e ho adorato il fatto che tu abbia incontrato un gatto! <3
    L'Arco delle meraviglie è davvero romantico ma per me lo è ancor di più l'Arco della neve! E sarei curiosissima di capire come veniva usata per curare ferite e infiammazioni perché lo trovo affascinante.
    GRAZIE Maria per questo meraviglioso viaggio!

    • Maria
      AUTHOR

      Grazie mille per i tuoi continui apprezzamenti <3! Eheh, l'Arco delle Streghe è quello che ha attirato fin da subito anche me effettivamente.
      Già, la presenza del gatto proprio mentre mi avvicinavo lì dov'era l'arco è sembrato essere un segno rivelatore, lì per lì non c'ho fatto caso ma poi ripensandoci devo ammettere che ho incontrato un gatto solo in quell'occasione.

    • Raffaella

      Ho scoperto per caso questo articolo navigando su internet alla ricerca di informazioni per una ricerca assegnata dalla maestra di geografia di mia figlia. Sono barese e non conoscevo la storia degli archi.
      Molto interessante

    • Maria
      AUTHOR

      Grazie mille, Raffaella! Il tuo commento mi fa molto piacere. Si, ti capisco benissimo perché anch’io sono barese ma se non fosse stato per questo blog sarei rimasta all’oscuro di un bel po’ di cose per cui sono contentissima se quello che scopro lo faccio conoscere anche ad altre persone. Un caro saluto!

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