Un altro articolo dedicato a uno di quegli artisti poco conosciuti ai più (a partire dalla sottoscritta).
Dopo Sinibaldo Scorza, Giacomo Grosso e il Genovesino, stavolta è il turno di Cuno Amiet, le cui opere sono conservate nei musei svizzeri e in qualche museo parigino come il Museo d’Orsay.
Cuno Amiet, la biografia
Il pittore svizzero Cuno Amiet (Soletta 1868 – Oschwand, Berna, 1961), di matrice post-impressionista, si formò a Monaco di Baviera e in Francia, a contatto con i pittori della Scuola di Pont-Aven.
Partito infatti giovanissimo in compagnia di Giovanni Giacometti alla volta di Parigi e poi della Bretagna, visse l’esperienza Nabis a Pont-Aven sulle tracce di Gauguin, circostanza che porterà Amiet a farsi conoscere per le sue straordinarie qualità di colorista.
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Cuno Amiet, Ragazzo bretone, olio su tela, 1893 |
Questa esperienza, e l’influenza che ebbe su di lui Émile Bernard, lo portò a privilegiare i colori della campagna bretone, piatti e forti, accentuando, in seguito, gli accostamenti audaci di zone di colore policrome, chiare, quasi macchie di sole.
Per un ventennio, nel corso dei primi due decenni del Novecento, la sua opera ha rappresentato la punta di diamante dell’avanguardia artistica svizzera.
Non solo Amiet si ritrova nel cuore delle nuove tendenze francesi, tra simbolisti e neoimpressionisti, ma pochi anni dopo anche tra i fondatori, con Kirchner, Heckel e altri del gruppo Die Brücke, all’origine dell’espressionismo tedesco. Il suo lavoro si contraddistingue per la continua sperimentazione, le innovative scelte compositive e soprattutto cromatiche.
Amiet è anche noto per i suoi soggetti-paesaggi, figure, nature morte, sempre improntati a un forte senso di armonia e serenità. E sviluppa nel tempo, senza mai venirne meno, un proprio codice di valori positivi, incentrato sul sentimento di pienezza e di felicità che si gode in un’esistenza trascorsa in armonia con il mondo esterno, pienamente appagata dalla bellezza della natura, dalle sue innumerevoli manifestazioni di luci e colori.
La mostra-omaggio a Mendrisio
E i colori e le opere di Cuno Amiet è possibile visitarli dal vivo presso il Museo d’arte di Mendrisio, comune svizzero del Canton Ticino, nell’ambito della rassegna “Il paradiso di Cuno Amiet: da Gauguin a Hodler, da Kirchner a Matisse”, la prima in Ticino e nel nostro Paese, curata da Simone Soldini, direttore del Museo, con Franz Müller, curatore del catalogo ragionato dell’opera di Amiet dagli esordi fino al 1960, e Aurora Scotti, tra i maggiori esperti di pittura italiana ed europea di fine secolo.
In mostra circa settanta dipinti e una sessantina di opere su carta, capolavori provenienti dalla Fondazione Amiet di Oschwand e da svariati tra i maggiori istituti museali della Svizzera.
All’interno del percorso il ruolo centrale occupato da Amiet nella storia artistica svizzera è testimoniato da una decina di confronti con artisti del panorama contemporaneo europeo, da Paul Gauguin a Henri Matisse, da Giovanni Giacometti e Ferdinand Hodler a Ernst Ludwig Kirchner, da Alexej von Jawslensky e Marianne Werefkin a August Macke, da Gabriele Münter a Ernst Morgenthaler, così da poter ricreare nelle sale il clima nel quale si è mossa l’intera carriera di Amiet.
La mostra, dove e quando
Il paradiso di Cuno Amiet, da Gauguin a Hodler, da Kirchner a Matisse, 22 ottobre 2017 – 28 gennaio 2018, Museo d’arte di Mendrisio, Piazzetta dei Serviti 1, Città di Mendrisio, Svizzera. Ulteriori informazioni su prezzi e orari qui.

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