Se dico “Divina Commedia” cosa ti viene in mente? Certamente lui, il nostro poeta per eccellenza e padre della lingua italiana, Dante Alighieri di cui ricade un anniversario importante per questo 2021!
Ebbene si, questo sarà un anno dantesco perché cadrà il settecentesimo anniversario dalla morte di Dante Alighieri. Ma chi fu realmente Dante, quali sono state le tappe fondamentali che hanno segnato la sua vita? Se anche tu vuoi fare una rispolverata di ciò che è stato appreso tra i banchi di scuola t’invito a seguirmi. Buon proseguimento di lettura!
Dante Alighieri, la biografia
Il Sommo Poeta Dante Alighieri (Firenze 1265 – Ravenna 1321) nacque, in base a notizie fornite da lui stesso, nella seconda metà di maggio del 1265 nella casa paterna, nel Sesto di Porta San Pietro a Firenze.
Il padre, Alighiero II, fu personaggio di poco conto mentre della madre si conosce il nome, Bella (da Ghisolabella o Isabella), come si evince da un atto notarile del 1332 che ricorda la dote (“Domine Belle olim matris Dantis”). Bella morì giovane così che Alighiero sposò in seconde nozze Lapa Cialuffi dalla quale nacque un altro figlio maschio, Francesco, che fu sempre affezionato al poeta e potè vivere a differenza sua in patria.

Sandro Botticelli, Dante Alighieri, tempera su tela, 1495
Dante ebbe anche una sorella, Gaetana o Tana, che forse è indicata nella “donna giovane e gentile” che nel cap. XXIII della Vita nuova è descritta in atto pietoso accanto al letto del poeta.
Gli studi giovanili di Dante
Sugli studi giovanili del nostro Poeta mancano notizie precise, è probabile che abbia frequentato la scuola dei francescani del convento di Santa Croce e quella dei domenicani di Santa Maria Novella. Così come è altrettanto probabile che per un certo periodo abbia seguito corsi di legge nella città di Bologna (1287) dove vi ritornò nel 1291 per poi protrarre il suo soggiorno fino al 1294 compiendo in tutto, o in parte, un corso regolare di medicina e di arti.
Effettuò anche studi di filosofia, come attestato nel Convivio, immergendosi nella lettura di filosofi antichi e con altrettanta passione si dedicò alla poesia, nella quale trovò quell’originalità che lo contraddistinse nei suoi scritti.

Domenico di Michelino, La Divina Commedia illumina Firenze, Santa Maria del Fiore, Firenze
Il Dante cavaliere
Appartenendo ad una famiglia nobile Dante fece pratica di armi e partecipò come feditore – quel cavaliere destinato con gli altri ad aprire la mischia – alle azioni militari che la guelfa Firenze intraprese contro le città ghibelline di Pisa e Arezzo.
Da alcuni elementi presenti nella Divina Commedia emerge che il poeta partecipò a scorrerie in terra aretina e fu presente al fatto d’armi più importante di quella guerra, la battaglia di Campaldino (11 giugno 1289), così come partecipò alle operazioni contro Pisa dove presenziò all’assedio del castello di Caprona (16 agosto 1289).
Grazie alla sua condizione di cavaliere, oltre alle sue doti di poeta, poté stringere rapporti di amicizia con personaggi illustri la cui memoria volle poi esternare nel suo più noto poema: tra questi Nino Visconti, che era a capo dei lucchesi combattenti contro Pisa, e Carlo Martello, figlio ed erede di Carlo II d’Angiò.

Eugène Delacroix, La barca di Dante, olio su tela, 1822, Museo del Louvre, Parigi.
Dante Alighieri e Gemma di Manetto Donati
Dante Alighieri nonostante fosse rimasto per tutta la vita abbagliato da Bice Portinari, nota come la Beatrice che gli fa da guida nella parte finale della Divina Commedia nonché sua ossessione amorosa, in realtà contrasse un matrimonio con Gemma di Manetto Donati dalla quale gli nacquero tre figli: Pietro, Iacopo e Antonia.
È presumibile che le nozze si svolsero in anni giovanili poiché da un documento del 1239 risulta che tra le famiglie Alighieri e Donati fu stipulato un contratto matrimoniale quando Dante e Gemma non erano ancora in età da matrimonio.

Dante Gabriel Rossetti, Beata Beatrix, dipinto a olio, 1872, Chicago Art Institute
L’esilio
Nel 1295 iniziò per Dante un’altra esperienza importante: l’accesso alla vita politica del Comune fiorentino che lo vide assumere una condotta al di sopra delle parti e fazioni, in un momento in cui la rottura tra guelfi di parte bianca – ai quali apparteneva – e guelfi di parte nera si fece più aspra, e impegnarsi per salvare l’indipendenza del comune dalla tirannide interna dei magnati e da quella non meno pericolosa di papa Bonifacio VIII, interessato a profittare delle beghe politiche fiorentine per estendere il suo potere non solo su Firenze ma su tutta la Toscana.
Nonostante ciò Dante finì per diventare vittima di vendette e processi sommari che furono espletati contro i guelfi di parte bianca da parte di papa Bonifacio VIII e del suo paciere, Carlo di Valois.
Il podestà Cante de’ Gabrielli da Gubbio il 27 gennaio 1302 pronunciava così la sentenza contro di lui accusato di baratteria e di frodi amministrative nella cosa pubblica: la sentenza, conservata nel cosiddetto Libro del Chiodo, obbligava l’Alighieri e altri condannati con lui a comparire dinanzi al giudice e pagare un’ammenda di cinquemila fiorini piccoli, pena la confisca dei beni.

Salvador Dalì, Il congedo di Virgilio da Dante
Dante ebbe probabilmente notizia della condanna durante un viaggio di ritorno da Roma per la via di Siena; decise di non rientrare in patria e una successiva sentenza del 10 marzo lo condannava perciò come contumace a morire sul rogo.
Iniziò così l’esilio che lo portò a un peregrinare da una città all’altra fino alla rottura col suo partito, un evento che lo fece apparire agli occhi dei suoi compagni di sventura come un nemico. Si spense infine il 14 settembre 1321 a causa della febbre malarica.
I misteri sulla morte di Dante
Merita un cenno anche la storia romanzesca sulla morte di Dante: seppellito presso la Chiesa di San Francesco, a Ravenna, le sue ossa vennero occultate dai frati francescani che avevano in custodia il sepolcro, per timore che venissero trasportate a Firenze dove in effetti nel 1519 papa Leone X autorizzò, come richiesto dell’Accademia Medicea, il trasferimento delle ossa di Dante. Ma quando i delegati dell’Accademia aprirono il sarcofago lo trovarono vuoto.
Trasferite in vari nascondigli invano furono cercate sino al 1865 quando più avvedute indagini portarono al loro ritrovamento nel convento dei francescani. Da allora riposano nell’arca marmorea, che è meta di devoti pellegrinaggi.

Eugenio Moretti Larese, La morte di Dante, olio su tela, 1852-53
Dante e lo Stil Novo
Il pensiero e la poesia di Dante Alighieri sono stati strettamente collegati al tempo che li vide nascere: quello della tradizione medievale, compreso lo Stil Novo a cui si collega l’alta spiritualità della lirica d’amore.
Gli scritti di Dante, soprattutto la Divina Commedia, universalmente considerata la più grande opera scritta in italiano, rivelano un’originalissima sintesi della cultura e degli ideali di vita del Medioevo.
L’opera dantesca pertanto rivela un significato storico altissimo poiché è rappresentativa di una civiltà e una cultura capaci di esprimere valori di significato universale. E non a caso Dante Alighieri è considerato il padre della lingua italiana.

Andrea Pierini, Dante legge la Divina Commedia alla corte di Guido Novello, 1850, dipinto a olio, Palazzo Pitti-Galleria D’Arte Moderna, Firenze
Dante Alighieri, gli eventi per l’anniversario 2021
Nel 2021 dunque cade per Dante Alighieri il settecentesimo anniversario della sua morte, pertanto diverse manifestazioni sono state attivate dallo scorso anno e altre se ne aggiungeranno man mano.
Una di queste è stata inaugurata a settembre 2020 e termina a gennaio 2022: “Dante. Gli occhi e la mente” a Ravenna, in Emilia Romagna, presso il MAR – Museo d’Arte della città di Ravenna, una rassegna ricca di approfondimenti.
La sua stessa città natale, Firenze, non poteva di certo esimersi dal tributargli i dovuti omaggi che sono stati inclusi in un sito apposito: https://www.700dantefirenze.it/ tra questi vi è una mostra virtuale della Galleria degli UFFIZI, “A riveder le stelle“, con illustrazioni dedicate alla Divina Commedia.
Concludo con gli eventi della rassegna Viva Dante. Buon anniversario dantesco a tutti!

7 COMMENTS
Adriana Pitacco
3 anni agoDa tempo ho una grande fortuna: poter leggere intensamente i tuoi splendidi post! Non dimentico mai di sottolineare che sei una miniera di conoscenze che incantano sempre i lettori. Come sempre ti rinnovo i miei complimenti perchè anche questo tuo post rispecchia quanto sopra ho scritto! Leggerlo è paragonabile ad un’avventura bellissima con parole che ti conducono sapientemente in questo vero viaggio di conoscenza.
Hai inoltre scelto dei quadri splendidi di autori che adoro profondamente.
Ti ringrazio anche per avermi segnalato “Dante gli occhi e la mente a Ravenna” e la rassegna Viva Dante.
Un grazie infinito
Adriana
natipervivereblog
Maria Curci
3 anni ago AUTHORGrazie mille Adriana, ma sei troppo buona nel definirmi una “miniera di conoscenze” perché non lo sono affatto. In realtà è questo progetto che mi sono creata, il blog, a portarmi a scoprire o approfondire cose alle quali altrimenti non avrei accesso. Come avviene anche per te, suppongo. Ad ogni modo i complimenti e gli apprezzamenti fanno sempre piacere! 😉
Keep Calm & Drink Coffee
3 anni agoDavvero molto interessante!
Sicuramente giro il tuo articolo anche a mio figlio che sta giusto studiando lo Stilnovo e i primi accenni a Dante: questo 700° anniversario merita approfondimenti.
Grazie!
Maria Curci
3 anni ago AUTHORGrazie a te, cara! Mi sono rivista l’articolo e l’ho aggiornato inserendo ulteriori informazioni sugli eventi dedicati a questa importante ricorrenza.
Katja
3 anni agoAppena passerà questa pandemia voglio ritornare a Verona per ripercorrere le tappe di Dante durante il suo esilio.
La città di Verona ha organizzato diversi incontri virtuali in onore dei 700 anni dalla morte. Lavoro permettendo vorrei partecipare ❤️
Maria Curci
3 anni ago AUTHORE si, speriamo questa pandemia finisca il prima possibile per permetterci di ritornare a frequentare i luoghi della cultura! Mi andrò allora a curiosare gli eventi online che Verona dedicherà al Sommo!
Fiorella
2 anni agoGentilissime,
vi segnalo questa mostra
Mostra “Dante e le Gemme”.
Museo del Bijou, Casalmaggiore (CR)
24 settembre 2021 – 09 gennaio 2022
Inaugurazione:
venerdì 24 settembre 2021, ore 18
Nell’anniversario dantesco del 2021, 700 anni dalla morte di Dante, l’Associazione Passato e Futuro e il Museo del Bijou di Casalmaggiore (CR) aprono una mostra che unisce alla bellezza poetica l’arte (le “arti minori”) di artigiani italiani emigrati negli Stati Uniti.
La mostra, che si inaugura il 24 settembre 2021 alle ore 18 con una conferenza di presentazione, riunisce una collezione di più di 300 bijoux di fantasia realizzati da disegnatori, artigiani, lavoratori e lavoratrici italiani che, emigrati negli Stati Uniti durante le grandi migrazioni dei XIX e XX secolo, trovarono lavoro nelle fabbriche di costume jewelry, bijoux non preziosi, del New England e che, come fecero molti altri Italian American in altri campi, parteciparono a quel processo che Joseph V. Scelsa, Presidente del New York Italian American Museum, chiama la beautification dell’America.
La mostra di bijoux americani d’epoca è ispirata alle molte citazioni dantesche nella Commedia relative alle gemme e ai preziosi, al loro colore, caratteristiche, simbologia.
Nelle diverse vetrine sono presentati splendenti bijoux di fantasia del costume jewelry vintage nei colori dello zaffiro, del diamante, smeraldo, ametista, rubino, oro e argento, perle e smalti.
Si incrociano in questa narrazione anche i monili prodotti dalle fabbriche bigiottiere di Casalmaggiore: i “Dante-gadget” sono parte del patrimonio del museo, ciondoli e bracciali come testimoni del fatto che Casalmaggiore celebrava l’Alighieri anche nei 600 anni dalla morte.
Inaugurazione:
venerdì 24 settembre 2021 ore 18.00
Interverranno le curatrici e Umberto Mucci, direttore di We The Italians
Museo del Bijou, 26041 Casalmaggiore (CR) – Via Azzo Porzio, 9