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Arte contemporanea

Sign from Iran, l’arte grafica iraniana a Gerusalemme

sign from iran l'arte grafica iraniana a gerusalemme

Sono solita trattare di arte italiana la maggior in particolare, ma oggi ho deciso di dare spazio ad una bellissima iniziativa d’arte contemporanea che unisce due paesi solitamente acerrimi nemici: Israele e Iran. Per scoprire meglio di cosa si tratta t’invito a prolungare la lettura.

Il potere unificatore dell’arte

Spesso capita che ciò che la politica divide, l’arte fortunatamente unisce. È il caso, nella fattispecie, della mostra “Sign from Iran“, dove una sessantina di poster – utilizzati negli ultimi quarant’anni in varie occasioni, da spettacoli teatrali a campagne elettorali, da annunci del servizio pubblico a mostre d’arte – realizzati dai migliori artisti, designer e grafici provenienti dall’Iran sono esposti, dal 20 maggio,  al L.A Mayer Museum, il Museo di Arte Islamica della città di Gerusalemme.

Un evento che, naturalmente, ha destato l’attenzione dei media internazionali essendo i rapporti tra i due Paesi, almeno dal punto di vista politico e diplomatico, praticamente nulli con entrambe le due nazioni agli antipodi.

Fatto ancora più insolito se si considera l’inaugurazione di una mostra, a Teheran, di vignette irrisorie dell’Olocausto, vignette che non potevano non provocare l’indignazione del suscettibile premier israeliano.

Sign from Iran, la mostra e gli artisti

La rassegna d’arte “Sign from Iran” è stata attuata per far conoscere l’arte grafica iraniana, dai curatori della stessa: Yossi Lemel (artista israeliano noto per i suoi poster) e Marta Sylvestrová, del piccolo museo della Galleria della Moravia di Brno, situata nella Repubblica Ceca, che si sono di conseguenza premurati di portare nello Stato d’Israele le opere degli artisti più rappresentativi della moderna arte dei poster in Iran.

Tra questi vi sono Morteza Momayez, Ghobad Shiva e Reza Abedini, che fanno tra l’altro parte dell’Iranian Graphic Design Society, società fondata da Morteza Momayez e che raccoglie i principali esponenti dell’arte illustrativa iraniana, artisti che si sono anche ritrovati a fronteggiare delle restrizioni politiche e culturali da parte delle autorità del proprio Paese riuscendo nonostante tutto a fornire un contributo alla storia, alla cultura e alla scrittura persiana, combinando fra l’altro la particolare calligrafia nazionale con nuovi elementi digitali.

Il design iraniano

L’idea che ha dato l’input alla mostra, non a caso, è stata quella di mettere in luce, risaltandole, la cultura sia iraniana che persiana di modo tale da incentivare un confronto di storia e caratteristiche tipiche della cultura medio orientale come può esserlo il riferimento alla calligrafia tradizionale.

Il graphic design iraniano è, tra l’altro, una novità artistica che si sta rivelando un terreno fertile di iniziative nella realtà d’arte contemporanea, motivo per il quale è visto con grande interesse da parte degli appassionati del genere.

Indubbiamente questa rassegna espositiva al Museo Islamico di Gerusalemme, che resterà aperta per sei mesi, rappresenta una positiva modalità di apertura e conoscenza culturale reciproca, in una stretta unione di passato, tradizione e contemporaneità dei nuovi media e nuovi canali di comunicazione ma anche, per dirla con le parole del Direttore dello stesso Museo, Nadim Sheiban, “un’opportunità per apprezzare qualcosa dall’Iran che non sia l’incessante fluire di cattive notizie”.

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