La città di Gibellina è la location di un interessante festival di fotografia la cui prima edizione si svolgerà proprio quest’anno: il Gibellina Photoroad.
Gibellina, la caduta e la rinascita
Gibellina, nella provincia siciliana di Trapani, detta anche Gibellina Nuova è sorta dalle ceneri di Gibellina Vecchia in seguito al terremoto del Belice del 1968.
Il nome della città, che secondo alcuni storici fu fondata dagli Arabi nell’Alto Medioevo, si suppone derivi dall’arabo Gebel (montagna, altura) e Zghir (piccola), perciò significa Piccola Montagna; il centro medioevale si formò nel secolo XIV intorno al castello edificato da Manfredi Chiaramonte.
Dopo il devastante evento sismico del 1968 la città è riuscita a diventare uno dei più grandi musei di arte contemporanea a cielo aperto nel mondo, grazie al contributo creativo di numerosi artisti chiamati dal sindaco dell’epoca, Ludovico Corrao. Questo spiega le cinquanta opere d’arte disseminate per le strade urbane e appartenenti ad artisti come Pietro Consagra, Mimmo Paladino, Carla Accardi, Emilio Isgrò, Fausto Melotti e molti altri.

Il Grande Cretto realizzato a Gibellina da Alberto Burri. Photo credit Boobax, wikipedia.org
La nuova città sorge a 15 km dalla vecchia, sopra le cui macerie Alberto Burri ha realizzato il Grande Cretto, una delle opere ambientali più grandi e conosciute nel mondo (l’opera copre un’area di 90.000 mq).
Gibellina è per questo una città nata da una catastrofe naturale ma anche dall’energia umana e da quella catartica dell’arte e della cultura.
Gibellina Photoroad, la prima edizione
In questo contesto unico, si svolgerà la prima edizione del Gibellina Photoroad, un Festival internazionale di fotografia che riempirà le strade e gli spazi pubblici della città con mostre ma anche proiezioni, incontri, workshop e letture.
Il disordine
A fare da argomento di traino per questa prima edizione sarà il tema del “disordine”, poiché la fotografia stessa è disordine, mezzo ambiguo per eccellenza, “fin dalle sue origini portatrice di scompiglio nelle arti, sospesa tra oggettivismo e documentazione, e tra astrazione e sperimentazione.
Ancor più oggi, nel caos visivo della contemporaneità, dove tutto è immagine e dove l’immagine è al centro della storia”, come si legge dal sito stesso della rassegna.

Daesung Lee, On the shore of a vanishing island
E proprio Gibellina, città insolita e unica, nata dal disordine di un terremoto, si interroga su questo tema fin dai giorni del sisma.
Le opere e gli artisti del Gibellina Photoroad
Previsti lavori e allestimenti come Italian quakes and other diseases, ricerca di Olivo Barbieri sui disastri naturali e umani che cambiano il paesaggio, il progetto di video-mapping Planet A di Danilo Torre, e poi ancora i ritratti di Daesung Lee realizzati sull’isola di Ghororama mentre la terra scompare sotto i piedi dei suoi abitanti a causa dei cambiamenti climatici, dalla Sicilia infine inevitabile uno sguardo al Mediterraneo e oltre: la Grecia provata dalla crisi economica e dall’austerità, il viaggio dei migranti verso l’Europa in From there to here di Giulio Piscitelli.

Giulio Piscitelli, From there to her
Nelle trenta mostre in programma, c’è spazio anche per la resistenza delle donne di Aleppo fotografate da Issa Touma, e Sinai Park di Andrea & Magda, che raccontano l’abbandono dell’Egitto come meta turistica a causa del terrorismo e dell’instabilità politica.
Esposizioni molte delle quali ideate e progettate per interagire con il tessuto circostante grazie anche a presenze indubbiamente degne di nota come Olivo Barbieri, Mimmo Jodice, Letizia Battaglia, Issa Touma e molti altri.
La mostra, dove e quando
Gibellina Photoroad – Festival Internazionale di Fotografia Open Air, 29 luglio – 31 agosto 2016, Gibellina e dintorni.

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