Claudio I, dalle origini al potere
L’imperatore romano Claudio I (Lione 10 a.C. – Roma 54 d.C.), nato Tiberio Claudio Cesare Augusto Germanico, fu pronipote di Augusto da parte di madre, Antonia Minore.
Nonostante fosse affetto da epilessia, balbuzie, goffaggine e timidezza, visse fino a 51 anni dedito allo studio del greco e a ricerche antiquarie sulla civiltà etrusca (la sua prima moglie, Plauzia Urgulanilla, fu una nobildonna proprio di origine etrusca) e fenicia, che lo portarono a proporre una riforma dell’alfabeto romano.
Alla morte di Caligola (41 d.C.), i pretoriani trovarono nel palazzo qualcuno nascosto dietro una tenda, tremante di paura: era Claudio che si era nascosto per sfuggire alle uccisioni messe in atto contro i congiunti e i servi del nipote Caligola. Lo portarono nel loro accampamento e, ottenuta la promessa di 15.000 sesterzi ciascuno, lo proclamarono Imperatore, costringendo il senato renitente a riconoscerne la nomina.

Certamente il nuovo eletto non mostrava una personalità molto affascinante, ma fu chiaro assai presto che il suo spirito realistico era capace di decisioni originali e felici.
Il regno dell’imperatore Claudio
Il suo regno segnò, inizialmente, una reazione agli arbitri del predecessore Caligola: venne concessa un’amnistia, furono proibiti i processi di lesa maestà e revocati i provvedimenti contro gli Ebrei.
Con spirito innovatore, che rimase inavvertito a molti dei contemporanei, mirò allo sviluppo di una monarchia burocratica e centralizzata, che non mancava di aspetti liberali pur nell’accentramento dei poteri.
Operò riforme nelle molteplici branche dell’attività statale. Appassionato inoltre di legislazione e diritto avocò a sé la trattazione delle cause mentre, preoccupato dal problema religioso, cercò di restaurare gli antichi culti celebrando anche i ludi secolari, e si oppose, piuttosto, alle religioni straniere con la sola eccezione del culto di Attis.
Imponenti e di grande utilità le opere pubbliche da lui promosse: il completamento di acquedotti come l’Acqua Claudia, la costruzione del porto di Ostia, il prosciugamento del lago Fucino, la realizzazione di canali e strade.
In politica estera svolse un’azione vigorosa e accorta, ora con le armi, ora con la diplomazia. Né si contentò solamente di conquistare, si sforzò anche di romanizzare le province con la creazione di numerose colonie.

Messalina e Agrippina
Per attuare la sua politica, Claudio cercò probabilmente la collaborazione delle diverse classi sociali, di cui parve conservare le distinzioni; ma, in realtà, il suo fu il regno dei liberti: Polibio, Pallante, Narciso, Callisto.
E proprio costoro, insieme con le ultime due mogli, Messalina prima e Agrippina dopo, esercitando con intrighi e dissolutezze un’influenza deleteria, indebolirono le possibilità della sua opera e finirono di ricoprirla di disprezzo e ridicolo.
In una corte di sospetti e congiure, Claudio si difese con il terrore mandando a morte ben 23 senatori e 221 cavalieri insieme alla stessa Messalina, madre dei suoi due figli Britannico eOttavia.
Alla fine perì egli stesso, vittima delle trame di palazzo, avvelenato da un piatto di funghi ad opera, si dice, di Agrippina, smaniosa di avere parte nel potere con la successione del proprio figlio Domizio Enobarbo (Nerone), di cui aveva ottenuto l’adozione e l’assegnazione a erede.

Claudio imperatore, i tributi artistici e la mostra a Roma
Tra le opere artistiche più significative dedicate all’imperatore Claudio vi è quella al Museo Lateranense a Roma, una testa da Leptis Magna (l’attuale Libia), un’altra in marmo a Copenaghen e il busto del Braccio Nuovo nei Musei Vaticani.
Appare infine anche in diverse gemme, tra cui la famosa “gemma Claudia” di Vienna e i cammei di Dresda, di Vienna e della Biblioteca Nazionale di Parigi.
Rivolta alla figura di Claudio I è la mostra “Claudio Imperatore. Messalina, Agrippina e le ombre di una dinastia” al Museo dell’Ara Pacis di Roma. Un percorso in cui i visitatori vengono guidati alla scoperta della vita e del regno del controverso imperatore romano la cui esistenza fu tracciata da un destino singolare, contraddistinto da avvenimenti eccezionali, intrighi di corte, fatti di sangue, scelte politiche ardite.

L’esposizione offre un ritratto del monarca lontano dai soliti cliché che ne caratterizzano da sempre la personalità: quello di un leader capace di prendersi cura del suo popolo, di favorire utili riforme economiche e grandi lavori pubblici.
La mostra, dove e quando
Claudio Imperatore. Messalina, Agrippina e le ombre di una dinastia, 6 aprile – 27 ottobre 2019, Museo dell’Ara Pacis, Lungotevere in Augusta (angolo via Tomacelli), Roma. Biglietto intero € 11, ridotto € 9. Qui ulteriori informazioni.

1 COMMENT
Dani
4 anni agoNon sono un’esperta di arte, ma davanti a queste opere inizio a fantasticare sul passato e su come si viveva a quei tempi… davvero affascinante!