Carlo Levi, i cui dipinti sono in mostra a Matera, rientra nella categoria di artisti impegnati del dopoguerra che hanno dato un contributo in prima persona alla Resistenza (tra questi compare anche Renato Guttuso, amico dello stesso Levi e del quale ne ho già approfondito in questo post).
Di Carlo Levi probabilmente è più conosciuta la sua attività giornalistico-letteraria che quella di pittore che pure lo interessò molto.
Il suo “Cristo s’è fermato a Eboli” rappresenta una delle opere che meglio descrivono la questione meridionale in cui i problemi del Meridione d’Italia emergono in tutta la loro gravità, esacerbati da venti anni di regime fascista e dalla guerra.

Carlo Levi, Autoritratto, 1929
Levi lo scrisse durante il periodo del confino in Basilicata, ad Aliano e Grassano, dove fu relegato a causa della sua attività antifascista. Grazie a quest’esperienza lui, piemontese, poté comprendere i problemi del Mezzogiorno dove ebbe modo di conoscere la realtà di queste terre.
Carlo Levi, la biografia
Carlo Levi, scrittore e pittore (Torino 1902 – Roma 1975) apparteneva ad una famiglia ebrea della buona società torinese. Nella sua città nel 1924 consegue la laurea in Medicina che lo porterà a lavorare per un anno nella sede dell’Istituto clinico di Torino ma i suoi interessi erano improntati all’arte e alla pittura, passioni che coltivò fin da giovanissimo e che lo accompagneranno fino alla fine.
Levi fu attivo anche politicamente, amico di Piero Gobetti fece parte del gruppo della sua rivista Rivoluzione liberale, mentre come pittore fu uno dei componenti dell’associazione “Sei pittori di Torino” che nel 1929 lanciò una proposta per una nuova concezione artistica.
A causa della sua attività antifascista fu incarcerato e inviato al confino in Lucania, l’attuale Basilicata, nel periodo tra il 1935 e il 1936 e da quest’esperienza nacque appunto il celebre Cristo s’è fermato a Eboli (1945), diventata una delle opere più significative della letteratura del dopoguerra.

Carlo Levi, Ritratto di donna con gli occhi chiusi, 1937, Collezioni Banca d’Italia
Con l’avvento delle leggi razziali del 1938 fu costretto a rifugiarsi in Francia, da dove rientrò per partecipare attivamente alla Resistenza. Sin dai primi momenti della Liberazione fu in prima fila nella ripresa giornalistica e intellettuale del paese con la direzione della Nazione del popolo, a Firenze, tra il 1944 e il 1945 e dopo dell’Italia Libera, a Roma, tra il 1945 e il 1946.
Il dopoguerra fu il periodo in cui si affermò anche come scrittore con il già citato Cristo si è fermato a Eboli e come saggista con Paura della libertà (1946). Dotato di un caustico spirito polemico, alimentato dalla delusione per la crisi politica del dopoguerra, è invece un altro suo libro: L’orologio del 1950, in cui l’ironia si fa graffiante nei confronti della classe politica italiana del periodo. I libri successivi hanno invece il viaggio come argomento principale e nascono da esperienze compiute nei luoghi vissuti.

Carlo Levi, Enrico sul divano, 1931, Collezioni Banca d’Italia
Carlo Levi pittore
Sul Carlo Levi pittore va detto che fu figlio di un artista dilettante e questo probabilmente lo avvicinò all’arte e alla pittura fin da subito e in modo naturale. Le amicizie con altri pittori, a partire da quella con Felice Casorati, e i frequenti soggiorni parigini contribuirono in questa direzione.
Il Levi artista si ritrovò ad esporre in diversi occasioni alla Biennale di Venezia. Tra i soggetti preferiti al centro dei suoi dipinti vi sono i ritratti, i nudi, le nature morte e i paesaggi, specie quelli della Basilicata da lui sperimentati durante gli anni del confino.
Oltre ai dipinti lo interessarono anche i disegni e i monotipi (opere a stampa realizzate a partire da una lastra di vetro inchiostrato).

Carlo Levi, Amanti, 1960-1970, Collezioni Banca d’Italia
La sua attività di pittore lo portò anche ad ottenere premi nel periodo del dopoguerra e alcune sue opere sono conservate in musei nazionali come la Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea (GAM) di Torino, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna (GNAM) di Roma, il Museo Civico di Foggia, Palazzo Morteo ad Alassio e Palazzo Lanfranchi a Matera.
Carlo Levi e i suoi dipinti in mostra a Matera
Il Palazzo Lanfranchi di Matera ha recentemente allestito la mostra “Il Realismo di Carlo Levi e di Luigi Guerricchio. Opere scelte della Banca d’Italia” dedicata ai dipinti di Carlo Levi, promossa dalla Banca d’Italia in collaborazione con il Museo Nazionale di Matera, il Centro Carlo Levi di Matera e la Fondazione Carlo Levi di Roma.
Protagonisti della rassegna non solo i dipinti di Carlo Levi ma anche quelli del materano Luigi Guerricchio, due artisti di due diverse generazioni che hanno raccontato mediante l’arte una realtà paesaggistica e umana inconsueta, quella del territorio lucano, per approfondirla ed esporla anche agli occhi altrui al fine di generare conoscenza e consapevolezza.

Luigi Guerricchio, I Sassi, Courtesy Collezioni Banca d’Italia
Un’occasione per scoprire meglio anche il pittore Luigi Guerricchio, più sconosciuto rispetto al Levi, che fu per lui comunque un grande maestro e che essendo di fatto materano può essere considerato una sorta di genius loci della Città dei Sassi dove, vivendoci, ha potuto raffigurare con una certa frequenza i suoi paesaggi e la sua umanità.
Ulteriori informazioni
Il realismo di Carlo Levi e di Luigi Guerricchio. Opere scelte della Banca d’Italia, 14 ottobre 2021 – 16 gennaio 2022, Palazzo Lanfranchi, Piazzetta Giovanni Pascoli 1, Matera. Biglietto € 2, maggiori informazioni sul sito del museo.

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