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Gli sguardi di Goethe (e non solo) sull’Italia di scena a Roma

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Goethe, breve biografia

Lo scrittore tedesco Johann Wolfgang von Goethe (Francoforte sul Meno 1749 – Weimar 1832) fu una figura predominante per la letteratura tedesca, si può dire anche il simbolo di una civiltà letteraria, risultato artistico dei più importanti movimenti culturali tra Settecento e Ottocento in Germania: il pietismo, lo “Sturm und Drang”, il classicismo e anche, in qualche modo, il Romanticismo.

Ricco di molteplici interessi accanto ad un’attività letteraria molto feconda, Goethe coltivò studi di scienze naturali (botanica, mineralogia, anatomia, ottica). Ma più di tutti si dedicò alla poesia con un impegno tale da offrire, forse, l’esempio più grande della potenza redentrice della poesia.

Esercitò anche importanti mansioni di uomo di governo: nell’autunno del 1775 fu chiamato dal giovane duca di Weimar, Carlo Augusto, alla sua corte diventandone così consigliere e ministro.

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Johann Heinrich Wilhelm Tischbein, Goethe nella campagna romana, 1786

Il viaggio di Goethe in Italia, la tappa romana

Il primo decennio weimariano si concluse con una fuga in Italia. Da anni, infatti, Goethe s’era creato il mito della terra ideale, serena, classica e pagana, e nel settembre 1786 partì di nascosto alla volta dell’Italia, in particolare di Roma, dove rimase quasi due anni, affascinato più che altro  dall’antichità greco-romana.

Un periodo che si rivelò essere di straordinario arricchimento spirituale e di felicità. A Roma terminò il dramma Egmont (1787) e il rifacimento in versi dell’Ifigenia (1787), iniziò il Torquato Tasso, lavorò di nuovo al Faust, che divenne una delle sue opere più celebri oltre a incarnare il primo dei grandi miti dell’uomo moderno, e intraprese le Elegie romane, compiute poi al ritorno a Weimar: il loro tema non è dato solo dai ricordi della Città Eterna con la sua pagana pienezza di vita, ma attinge anche alla felicità per la sua nuova relazione amorosa con Christiane Vulpius, la donna che sposò nel 1806.

Un nuovo viaggio in Italia, specie a Venezia, nella primavera del 1790 lo lasciò indifferente al punto che negli Epigrammi veneziani (1790) troviamo sfoghi di malumore.

Ed ecco che nel 1816 esce il primo volume del saggio Viaggio in Italia, il secondo invece uscì l’anno successivo. Un’opera che rappresenta il vero credo del classicismo goethiano.

I due volumi rappresentano il resoconto circa il viaggio di Goethe in Italia, o anche Grand Tour, nel periodo tra il settembre 1786 e il giugno 1788.

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Johann Heinrich Wilhelm Tischbein, Goethe alla finestra del suo appartamento a Roma, 1787

Il Grand Tour in Italia

Il Grand Tour, termine coniato da Richard Lassels dopo essere stato nella nostra penisola nel 1670, stava a indicare i viaggi che una certa élite europea – specie nord europea – con riferimento soprattutto ad aristocratici e nobili era solita compiere nel XVI secolo, toccando l’apice nei secoli XVII e XVIII, e che aveva uno scopo educativo.

Si riteneva difatti che viaggi di tal tipo dovessero servire a conoscere o approfondire la cultura e l’arte in primis, ma anche la politica, delle terre vicine.

La situazione prese una piega tale che nel XVIII secolo l’educazione di un nobile, di una signorina di buona famiglia o anche di uno scrittore o un pittore non poteva dirsi completa senza un viaggio alla scoperta dell’Europa, con l’Italia come meta principale.

Goethe a Roma

Ispirata a questo viaggio che Goethe, e non solo lui, effettuò in Italia è la mostra “Sguardi sull’Italia 1780-1850” presso il Museo Casa di Goethe a Roma dove ad essere esposti sono disegni e incisioni raramente mostrati al pubblico prima d’ora, tra cui paesaggi e vedute urbane di artisti italiani, tedeschi, inglesi e francesi del XVIII e XIX sec.

 

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Christoph Heinrich Kniep, Colosseo

Tra le rarità in esposizione due disegni di grande formato di Christoph Heinrich Kniep, nel 1787 accompagnatore di Goethe nel suo viaggio a Napoli, Paestum e in Sicilia.

Vi sono anche la sezione dedicata ai disegni e incisioni che raffigurano Roma e i suoi panorami, e quella dedicata al Sud Italia (Paestum, Pompei, Sicilia) ad opera di vari artisti tra cui Giovanni Battista Piranesi, Georg Hackert, Balthasar Anton Dunker e altri.

 

La mostra, dove e quando

Sguardi sull’Italia 1780-1850, 6 ottobre 2019 – 9 febbraio 2020, Museo Casa di Goethe, Via del Corso 18, Roma. Biglietto intero € 6, ridotto € 3. Ulteriori informazioni qui.

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6 COMMENTS

  • Katja

    Prima o poi mi devo decidere di leggere Viaggio in Italia: sono curiosa come veniva vista l’Italia all’epoca del Gran Tour dagli stranieri! E spesso gli schizzi che gli artisti facevano durante il loro viaggio, sono una testimonianza non da poco: fungevano da cartoline o da fotografie da mostrare una volta ritornati in patria.

    Ma sai che non sapevo che ci fosse la Casa di Goethe a Roma?

    • Maria Curci
      AUTHOR

      Tranquilla, anch’io devo ancora leggerlo! La Casa di Goethe a Roma è stata una novità anche per me, a quanto pare è l’unico museo tedesco presente nella capitale!

  • Claudia Cabrini

    Articolo veramente interessantissimo. Conoscevo Goethe sotto un punto di vista veramente diverso e riscoprirlo grazie al tuo articolo è stato davvero molto interessante!

    • Maria Curci
      AUTHOR

      Grazie Claudia, contentissima di averti fatto rivalutare Goethe!

  • Claudio

    molto interessante, mille grazie 🙂

    • Maria Curci
      AUTHOR

      Grazie mille a te!

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