Delle mostre dedicate all’arte sarda presso il Museo MAN di Nuoro sono il pretesto per scoprire meglio la Sardegna, la sua arte e cultura. T’invito per questo ad approfondirne insieme. Buon proseguimento di lettura!
La Sardegna, storia e origini
La Sardegna è la più importante isola di tutto il Mediterraneo dopo la Sicilia per estensione e popolazione, la sua storia in riferimento all’uomo inizia dal Paleolitico Inferiore periodo al quale risalgono le prime tracce umane rinvenute.
Il territorio sardo per la varietà dei suoi ecosistemi tra montagne, pianure, boschi, coste rocciose, corsi d’acqua e zone ancora in parte disabitate è stato definito come un microcontinente.
Una ricchezza tale che non poteva passare inosservata fin dall’antichità anche per via della posizione strategica nel Mediterraneo per cui diversi furono i popoli stranieri che l’assediarono, a cominciare dai Fenici che la occuparono a partire dal IX sec. a.C. per poi lasciare il passo intorno al 500 a.C. ai Cartaginesi che la difesero con successo – grazie anche all’aiuto degli Etruschi – dai tentativi di colonizzazione dei Focesi senza però riuscire a pacificare la popolazione delle varie zone interne dell’isola.

La Sardegna vista dalla Stazione Spaziale Internazionale. Foto Wikipedia
L’arte e la cultura della Sardegna attraverso i secoli
Per ciò che concerne l’arte e la cultura della Sardegna non si possono non menzionare i nuraghi, quelle antichissime costruzioni in pietra tipiche della civiltà nuragica sviluppatasi nel periodo che va dal 1800 a.C., l’Età del Bronzo, al II sec. d.C. se non pure oltre visto il perdurare nel tempo delle comunità di cultura nuragica.
Prima ancora, risalgono al Neolitico il ricco repertorio delle statuine rappresentanti la “dea-madre” e le prime decorazioni sul vasellame mentre durante il periodo fenicio vi sono raffinate produzioni di gioielli, tofet e le decorazioni parietali delle tombe.

Alcuni dei nuraghi della Sardegna. Foto Pixabay
E a proposito di tombe, i sardi erano soliti scavare nella roccia delle vere e proprie dimore per ospitare i loro defunti. Queste opere sono le oltre 3500 domus de janas, le sepolture tipiche della Sardegna prenuragica, che dovevavo servire a custodire gli spiriti degli antenati. In Sardegna infatti il culto dei morti è sempre stato molto sentito e si riteneva che costoro ritornassero poi in vita, per questo i corpi venivano pitturati di rosso, il colore del sangue che li avrebbe rivitalizzati.
Con la dominazione romana invece l’isola viene influenzata dal variegato linguaggio artistico dell’antica Roma come dimostrano le numerose pitture e sculture ritrovate insieme a rilievi architettonici, vasi pregiati e mosaici.

Colonne di epoca romana a Tharros, nel comune di Cabras, in provincia di Oristano. Foto Wikipedia
Tra le diverse tracce del passato non mancano gli influssi bizantini e orientali che emergono da edifici e monumenti come le chiese costruite tra il V e il X secolo, tra cui la monumentale basilica di San Saturnino a Cagliari e la chiesa di San Giovanni in Sinis a Cabras (V sec.).
Il periodo romanico, che si protrasse fino a tutto il XIV sec. mescolandosi poi con le forme gotiche, fu certamente il più alto e interessante di tutta l’arte sarda.
Tra i capolavori del romanico sardo, dove si riscontrano influssi toscani e lombardi, vanno ricordate la Chiesa di Santa Giusta, la Chiesa di San Pietro di Sorres e la solenne Basilica di Tratalias, mentre la Chiesa di San Pantaleo a Dolianova mostra temi lombardi eccezionalmente mescolati ad altri di derivazione musulmana.
Con il Rinascimento la Sardegna acquisì uno stile proprio che la differenziò da qualsiasi altra regione italiana. In questo periodo la pittura vide l’attività della Scuola di Stampace, con le opere di Lorenzo, Pietro e Michele Cavaro, quasi tutte raccolte a Cagliari, e con quelle di Antioco Mainas e di Andrea Lusso, tutti artisti sardi, e di Ursino Bonocore, Bartolomeo Castagnola e Girolamo Imparato, di origine napoletana.
Con questi artisti si giunge al XVII sec. che vide l’affermarsi dello stile barocco, di gusto spagnolesco (come la grandiosa e sovraccarica facciata della Cattedrale di Sassari, eretta a partire dal 1660 circa) oppure di gusto italiano (in particolare genovese: ne sono un esempio la Chiesa di San Michele a Cagliari, la Cattedrale di Ales, assai simile nella struttura ad alcune grandi chiese liguri).

Un’affascinante veduta del panorama sardo. Foto Pixabay
Nel XVIII secolo compare qualche interessante opera d’architettura barocca piemontese: la Chiesa di Sant’Anna a Cagliari e, in particolare, quella di Santa Maria del Carmine, a Oristano, che riecheggia nella sua grande eleganza le migliori opere di Bernardo Antonio Vittone.
Allo stile neoclassico infine si devono il campanile di Mores, la facciata e le navate del duomo di Alghero, le chiese di Ozieri e di Tempio Pausania, e le opere di Gaetano Cima a Cagliari e altrove.
L’arte autoctona sarda
La formazione di una vera e propria arte sarda avviene verso la fine dell’Ottocento con l’Esposizione di Sassari (1896), una mostra dovuta all’avvenuta presa di coscienza da parte del ceto intellettuale locale dell’assenza di un’arte sarda vera e propria.
Anche se è con gli inizi del Novecento che nasce una scuola autoctona che porta artisti come Francesco Ciusa, Antonio Ballero, Carmelo Floris e altri a concentrarsi sui temi dell’identità e dell’etnia cercando, al contempo, di “rinfrescare” l’immagine della Sardegna e dei suoi abitanti spesso considerati dei “primitivi”.

Anna Marongiu, Illustrazioni per Il Circolo Pickwick di Charles Dickens, 1928, inchiostro e acquerello su carta, Collezione Charles Dickens Museum
Le mostre sull’arte sarda al Man di Nuoro
Dedicata all’arte e alla cultura della Sardegna in riferimento al Novecento sono due mostre al Museo MAN di Nuoro, tra cui quella dedicata all’artista Anna Marongiu, “Anna Marongiu”, e quella con opere della collezione permanente del museo stesso, “L’ombra del mare sulla collina”.
Anna Marongiu (Cagliari 1907 – Ostia 1941) è stata pittrice, illustratrice, acquafortista e incisora sarda. Si è distinta per un’arte basata su un registro linguistico tra l’umoristico e il drammatico, il comico e il mitologico.
La mostra dedicata all’artista si basa su tre cicli di illustrazioni, ispirati a determinati capolavori letterari, realizzati da lei tra il 1926 e il 1930: Sogno di una notte di mezza estate di William Shakespeare, I Promessi Sposi di Alessandro Manzoni e Il Circolo Pickwick di Charles Dickens.

Mauro Manca, L’ombra del mare sulla collina.
La rassegna “L’ombra del mare sulla collina”, invece, s’ispira ad un’opera dell’artista sassarese Mauro Manca per raccontare in modo nuovo più di un secolo di arte in Sardegna, attraverso disegni, pitture e sculture.
Le mostre, dove e quando
Anna Marongiu, 8 novembre 2019 – 1 marzo 2020;
L’ombra del mare sulla collina. Opere dalla Collezione MAN, 8 novembre 2019 – 12 gennaio 2020, MAN – Museo d’Arte Provincia di Nuoro, via Sebastiano Satta 27, Nuoro, Sardegna. Biglietto intero 5 euro, ridotto 3 euro.

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