Una mostra presso il Museo Nivola, in terra sarda, è l’occasione per scoprire Bona de Mandiargues, artista italiana vissuta in pieno Novecento. Che ne dici di seguirmi in quest’ulteriore scoperta di donne dell’arte?
Bona de Mandiargues, la biografia dell’artista
Bona de Mandiargues nata Bona Tibertelli de Pisis (Roma, 1926 – Parigi, 2000) rivela già dal cognome una certa familiarità col mondo dell’arte, e infatti suo zio fu Filippo de Pisis, fratello del padre e tra i maggiori interpreti della pittura italiana della prima metà del Novecento.
Proprio lo zio sarà il suo mentore avvicinandola al mondo dell’arte avendo colto probabilmente le potenzialità della nipote, che era solita dipingere fin da quando era giovanissima.
Quest’attitudine porterà la futura artista Bona de Mandiargues a intraprendere gli studi presso un istituto d’arte senza però poterli portare a termine a causa dello scoppio della seconda guerra mondiale.

Bona de Mandiargues, Autoritratto, olio su tela, 1952, @Sibylle de Mandiargues. Foto Andrea Mignogna
Ma in seguito alla morte del padre Bona si trasferisce dallo zio Filippo de Pisis, a Venezia, che la incita a finire gli studi presso l’Accademia di Belle Arti della città lagunare. E quando lo stesso zio nel 1947 le chiede di accompagnarlo a Parigi Bona non esita a seguirlo.
E Parigi sarà una rivelazione perché qui Bona Tibertelli de Pisis conoscerà colui che diventerà suo marito, lo scrittore e drammaturgo d’ispirazione surrealista André de Mandiargues.
Bona e il Surrealismo
Proprio Mandiargues metterà in contatto Bona con diversi esponenti del Surrealismo tra cui Max Ernst, André Breton, Dorothea Tanning, Leonor Fini, Man Ray. Un’esperienza che la farà naturalmente sentire affascinata dal Surrealismo e dalle tematiche ad esso correlate come la magia, l’occulto, l’eros e l’onirico.
In conseguenza di ciò le opere di Bona de Mandiargues in questo periodo (1950-1956) saranno principalmente piccoli quadri con al centro paesaggi e arbusti dall’aspetto antropomorfo, creature fantastiche e mostruose insieme alle suggestioni oniriche.
Nel 1956 un’altra svolta nella vita dell’artista: lo zio Filippo de Pisis muore e quest’evento la scombussola facendole vivere un periodo poco tranquillo ma anche nuove sperimentazioni artistiche.

Una delle opere derivanti dalla tecnica dell’assemblage.
Le tecniche artistiche di Bona
Bona de Mandiargues in qualità di artista sperimentò diverse tecniche e utilizzò sulle sue tele polveri, terre e intonaco fino alla tecnica che più la contraddistinse, quella dell’assemblage di tessuti che la porta a dar vita a innumerevoli composizioni cucite e montate su tela, da lei chiamate “collages”, “assemblages”, o “ragarts”.
Lo stesso assemblaggio lo si riscontra nei soggetti che dipinge in cui mescola le forme del corpo umano con quelle dell’universo animale, come la lumaca animale ambivalente ed ermafrodito nella quale Bona s’identifica, ma anche col mondo vegetale e minerale stimolando sensazioni e significati diversi.
La poliedricità di Bona de Mandiargues
Bona de Mandiargues fu un’artista a 360 gradi: pittrice, performer, fotografa, illustratrice e anche letterata e curatrice di libri, come quelli appartenuti allo zio Filippo.
Pubblicò racconti, poesie e contribuì a illustrare le opere di importanti scrittori e poeti del suo tempo tra cui il messicano Octavio Paz, premio Nobel per la letteratura nel 1990 che di lei s’innamorerà perdutamente e con la quale ebbe anche una relazione.
Non fu l’unico a subirne il fascino dato che Bona era davvero molto affascinante, sia esteticamente che artisticamente. La sua opera fu esplorata finanche da importanti intellettuali e artisti di casa nostra tra cui Italo Calvino, Giuseppe Ungaretti e Gino Severini.
Fu anche una viaggiatrice instancabile: da Venezia a Parigi, da Modena alla Sardegna, dalla Spagna al Messico passando per Egitto, Nepal e Afghanistan amava cogliere luoghi, suggestioni e persone.

Bona de Mandiargues, La mia mano, assemblage e olio su tela, 1992, ©Sibylle de Mandiargues. Foto Andrea Mignogna
Bona de Mandiardgues, la mostra sarda
Una personalità dunque caleidoscopica quella dell’artista Bona de Mandiargues che val la pena scoprire attraverso le opere allestite nella mostra “Bona de Mandiargues. Rifare il mondo” a lei dedicata presso il Museo Nivola di Oriani, in provincia di Nuoro, in Sardegna.
Dove il titolo della mostra si rifà ad un’affermazione della stessa Bona: “La mia ricerca è alchemica, voglio fare dell’oro a partire dagli escrementi. (…). Rifaccio il mondo: là sono altrove, vedo le cose da più lontano”.
Una rassegna che ricostruisce il percorso artistico di Bona Tibertelli de Pisis attraverso 71 opere comprese tra il 1950 e il 1997, dalle collezioni provenienti dagli eredi dell’artista, in primis dalla figlia Sybille de Mandiargues, e da raccolte private e pubbliche. Un’ottima occasione per scoprire da vicino la sua arte e testarne il fascino.
La mostra, dove e quando
Bona de Mandiargues. Rifare il mondo, 16 settembre 2023 – 5 febbraio 2024, Museo Nivola, Via Gonare n°2, Oriani (Nuoro). Biglietto intero € 7, ridotto € 5. Per maggiori informazioni ti consiglio di visionare la sezione dedicata alla mostra.

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