L’arte di Chrischa Venus Oswald
Riprende, dopo la pausa estiva, il programma espositivo della Galleria Muratcentoventidue Artecontemporanea di Bari. A dare il via il 10 ottobre la mostra One – An/Other, la prima in Italia dell’artista tedesca Chrischa Venus Oswald.
Storie antiche, o popolari, fanno spesso parte dei lavori della Oswald, essendo dei veicoli per argomenti d’interesse profondamente umano, così come il suo ambiente reale è parte della sua ricerca e oggetto di osservazione in materia di relazioni e comportamenti.
M (O) use
Due le opere fondamentali sulle quali verte la mostra, precisamente due video – installazioni: M (O) use e ONE – AN/OTHER.
In M (O) use l’artista riflette sulle relazioni interpersonali nell’era digitale: il modo in cui comunichiamo ed entriamo in relazione con gli altri ha subìto un cambiamento sostanziale nell’ultimo decennio in cui i mezzi di comunicazione si sono moltiplicati, favorendo un approccio più dinamico ma allo stesso tempo più impersonale.
M (O) use è una video-installazione che s’interroga sul ruolo di soggetto e oggetto, come anche riflette su affetto e relazioni (con gli altri, con l’arte) nell’era dei computer e dei social media.
L’opera vuole essere anche un tributo alla performance di Yoko Ono, “Fly”, e alla video-performance di Marina Abramovic, “Art must be beautiful“.
Siamo tutti così ben collegati ma sovente ci sembra mancare il contatto fisico e abbiamo nostalgia di essere amati come individui. Diversamente da Marina Abramovic – che nella sua video-performance affermava “l’arte deve essere bella” – la Oswald proclama “l’arte deve essere amata” e “l’artista deve essere amato” perché dopotutto gli esseri umani – compresi gli artisti – desiderano essere amati, che si tratti di amore fisico, amore emotivo o amore/riconoscimento di un pubblico.
E c’è disperazione, frammista a ironia, nell’immagine dell’artista che si accarezza il viso con un mouse del computer che rappresenta così il surrogato della mano di una persona (il mouse è qualcosa che è spesso nelle nostre mani cosicché il nostro rapporto con questo oggetto è ancora più “intimo/reale” rispetto al rapporto con la maggior parte delle persone che incontriamo o con cui comunichiamo online).
Il lavoro ha anche un’altra dimensione: accennare all’arte e all’artista come oggetti di consumo piuttosto che come qualcuno/cosa cui appassionarsi e amare, un cambiamento e una tendenza che pure è in qualche modo collegata alle nuove tecnologie e alla globalizzazione.
ONE-AN/OTHER
ONE – AN/OTHER, invece, che dà il titolo alla mostra, fa parte di una serie di video dell’artista tedesca che si basano su un approccio semi-documentario.
Mentre “M (O) use” affronta il tema della superficialità della comunicazione e dell’assenza di contatto reale nell’era digitale, “One- An/Other” è un dramma dello sguardo che riflette sull’essenza illusoria dell’immagine proiettata.
Lo spettatore diventa sia voyeur che oggetto dello sguardo ed è l’ altro protagonista del video in un gioco di inganni fra seduzione e allontanamento.
Sia M (O) use che ONE-AN/OTHER, in definitiva, parlano di affetto e seduzione, dello sguardo, della dicotomia fra digitale e fisico, dei rapporti interpersonali nella comunicazione digitale e dell’aspetto illusorio dell’immagine proiettata.
La mostra, dove e quando
One – An/Other, 10 ottobre – 30 novembre 2015, Galleria Muratcentoventidue Artecontemporanea, Via G. Murat 122/b – Bari, dal martedì al sabato dalle 17 alle 20, ingresso gratuito. Per maggiori info: info@muratcentoventidue.com oppure visitare il sito.

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