La figura di Maria Maddalena
Maria Maddalena è nell’arte tra quei personaggi biblici che hanno sempre suscitato una notevole attenzione.
Molte sono state le raffigurazioni realizzate intorno al suo personaggio – una donna così simile a noi nella sua umanità decaduta, rivelatrice dei diversi volti del genio femminile – ripreso di epoca in epoca con delle innovazioni negli abiti, negli sguardi e nelle pose, fino ad affermarsi come modello di santità, confermato ultimamente anche da Papa Francesco che ha sancito il 22 luglio come la giornata di festa dedicata a Santa Maria Maddalena.
La Maddalena è un personaggio femminile del Nuovo Testamento, probabilmente nativa di Magdala (da qui il nome Maddalena), fu una delle “pie donne” di Gesù dal quale era stata liberata da sette demoni. Assistette alla crocifissione e alla deposizione di Cristo e fu testimone della Resurrezione del Maestro.

Alexander Ivanov, Apparizione di Cristo a Maria Maddalena, 1834
La Maddalena nell’arte
Maria Maddalena nell’arte è tradizionalmente identificata, seppur con parecchie incertezze, con la figura dell’anonima “peccatrice pentita” di cui parla Luca, che profumò i piedi di Gesù, li bagnò di lacrime e li asciugò con i propri capelli, perciò viene identificata nella cristianità con il simbolo della penitente. La Chiesa romana, seguendo San Gregorio Magno, l’identifica oltre che con “la peccatrice” anche con Maria di Betania, sorella di Lazzaro.
In arte in effetti due sono solitamente i modelli iconografici ispirati al personaggio della Maddalena: quello della peccatrice e quello della penitente.
Alla peccatrice gli artisti hanno spesso dato atteggiamenti composti ed espressioni soavi raffigurandola in abiti da cortigiana, ma talvolta anche senza, con il vasetto degli olii profumati – attributo costante – a richiamare la vita mondana della protagonista.
Le opere d’arte dedicate alla Maddalena
Tante le opere ispirate alla Maddalena tra cui la statua della cattedrale di Autun, in Francia, del 1100 circa, le giovanili Maddalene dipinte da Gentile da Fabriano (Milano, Pinacoteca di Brera), e da Conrad Witz che la raffigurò nel chiostro della cattedrale di Basilea insieme con Santa Caterina (Museo di Strasburgo).
La più celebre e artisticamente più alta Maddalena penitente, vestita dei suoi capelli, è la statua in legno di Donatello (custodita nel Battistero di San Giovanni, a Firenze), ma si ricordano anche la statua in legno policromo di Pedro de Mena (nel convento della Visitazione a Madrid) e i dipinti di Tiziano (alla Galleria Pitti di Firenze), del Caravaggio (Galleria Doria Pamphili di Roma) e di Georges de La Tour ( la Maddalena penitente con la lampada ad olio custodita al Louvre) e infine la statua in marmo del Canova (a villa Carlotta di Tremezzo).
La Maddalena tra peccato e penitenza
Dedicata alla figura di Maria Maddalena nell’arte è anche la mostra “La Maddalena, tra peccato e penitenza” allestita presso il Museo Antico Tesoro della Santa Casa di Loreto (Ancona), promossa dalla Regione Marche in collaborazione con Cei e Mibact.
Una mostra le cui opere restituiscono immagini di grande bellezza e intensità e dove ogni Maddalena è raffigurata in un atteggiamento sensuale e, insieme, di pentimento. A riprova del fatto che “sensualità, erotismo e complicità sono impliciti nell’idea di Santa Maria Maddalena e nella rappresentazione che gli artisti propongono nei secoli” come è stato sottolineato da Vittorio Sgarbi, curatore della mostra.

Orazio Gentileschi, La Maddalena penitente, 1611, Chiesa di Santa Maria Maddalena, Fabriano.
Diverse le opere in esposizione, dal trittico di Carlo Crivelli a quella dell’artista toscano Orazio Gentileschi custodita presso la Chiesa della Maddalena di Fabriano, fino al Canova che, solitamente poco attento alle tematiche religiose, ha affrontato lo studio della Maddalena concentrandosi sulle espressioni del viso nel momento del suo ravvedimento
La mostra, dove e quando
La Maddalena tra peccato e penitenza, 4 settembre 2016 – 8 gennaio 2017, Museo Antico Tesoro della Santa Casa di Loreto, Piazza della Madonna 1, Loreto, Ancona. Per maggiori informazioni: museoanticotesoro@gmail.com

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