La Sicilia, tra fascino ed eclettismo
La Sicilia è l‘isola più estesa e popolosa del Mediterraneo ma è anche una delle zone dell’Italia meridionale più ricche di fascino ed eclettismo dovuto quest’ultimo alle varie genti e popolazioni che l’hanno abitata nel corso dei secoli grazie alla posizione strategica che l’ha sempre contraddistinta.
In virtù di questo l’isola non poteva non diventare un punto di incontro per stili e tradizioni, storie e miti, enigmi e misteri che affondano le proprie radici in un passato lontano ma che riaffiora nella storia e nei nomi dei suoi luoghi, dei suoi monumenti, nei suoi piatti tipici così come nelle sue feste religiose, o nelle più profane delle credenze popolari.

Scorci di Sicilia (Noto). Foto Pixabay
L’arte siciliana attraverso i secoli
Lo stesso eclettismo si riflette sull’arte, dalle pitture murali alle tracce dell’età bizantina e di quella araba fino ad arrivare alla conquista normanna, che ha dato luogo a opere di assoluta originalità e di grande suggestione.
Dall’arte normanna a quella catalana
Nelle chiese palermitane di San Giovanni dei Lebbrosi, San Giovanni degli Eremiti, San Cataldo, nelle cattedrali di Cefalù, Monreale, Palermo, nella Cappella Palatina e nella Chiesa della Martorana di Palermo si trovano le opere artistiche più rilevanti del periodo normanno, in cui le precedenti architetture bizantine sono ricche di decorazioni murarie di derivazione araba e ospitano all’interno grandi mosaici.

Mosaico presente nella Cappella Palatina. Foto Pixabay
Con la successiva età sveva si assiste invece ad una fioritura di edifici architettonici come i castelli grazie a Federico II, tra questi si distinguono il Castello Ursino di Catania, il Castello Maniace a Siracusa e il Castello di Salemi a Salemi, in provincia di Trapani.
Dopo fu il turno degli aragonesi, che introdussero nell’isola le forme gotiche d’Oltralpe inserendole, con mescolanze ibride e geniali, su quelle già esistenti. Una testimonianza in tal senso proviene da Palazzo Sclafani e da Palazzo Chiaramonte Steri di Palermo.
Col XV secolo si fecero sempre più consistenti le influenze catalane, che riuscirono a dominare fino alle soglie del XVI secolo attraverso i caratteri tardogotici, come attestano gli edifici palermitani realizzati da Matteo Carnelivari, considerato il maggiore esponente del Quattrocento siciliano.

Palazzo Sclafani, a Palermo. Foto Wikipedia
Lo stesso avvenne nella pittura che, nonostante la presenza e l’opera di Antonello da Messina continuò ad essere caratterizzata dalle forme fiammingo-catalane per tutto il Quattrocento lasciando nel Trionfo della Morte di Palazzo Sclafani, a Palermo, la testimonianza più significativa.
La Chiesa di Santa Maria dei Miracoli, a Palermo, invece resta l’esempio più importante dell’architettura rinascimentale la cui arte comprende anche opere dei fratelli scultori Domenico e Antonello Gagini e di Francesco Laurana.
L’arte barocca in Sicilia
Il periodo barocco, che venne dopo, fu caratterizzato da una stagione artistica per l’isola di particolare splendore grazie anche alle influenze spagnole. Di notevole importanza in tale contesto furono le figure degli architetti Giacomo Amato e Giovanni Battista Vaccarini con il primo che fu attivo a Palermo, dove oltre a edifici di un certo valore (come la Chiesa di Santa Teresa alla Kalsa, nel cuore dell’antico quartiere arabo della Kalsa, e la Chiesa della Pietà) impostò una nuova sistemazione urbanistica della città, e il secondo che diede un contributo alla ricostruzione di Catania dopo il terremoto.
Palermo e Messina inoltre furono i centri maggiori della pittura del Seicento grazie a Caravaggio che vi soggiornò lasciando opere in queste città.

La Chiesa di Santa Teresa alla Kalsa, a Palermo. Foto di Jerome Bon, wikipedia.org
Anche la scultura barocca risulta di notevole pregio grazie al contributo di Giacomo Serpotta, un originalissimo ed estroso maestro della tecnica dello stucco: riprendendo e portando ad un altissimo livello artistico una tradizione artigianale molto diffusa ha lasciato nella decorazione di alcuni oratori palermitani (oratorio di San Lorenzo, del Rosario di San Domenico e quello del Rosario di Santa Cita, nel centro storico di Palermo) le sue opere più note.
Dall’Ottocento al Novecento
Dell’Ottocento si distinguono le opere architettoniche di Giovan Battista Filippo Basile e del figlio Ernesto Basile, come il Teatro Massimo di Palermo, che rappresentano di quel periodo le costruzioni più originali e interessanti anche al di fuori dei limiti regionali, e l’architettura Liberty (Villa Igiea, il villino Florio a Palermo).
E arriviamo al Novecento, che vede stagliarsi in tutta la sua sicilianità la figura di Renato Guttuso che per l’adesione agli aspetti più tipici della vita siciliana può considerarsi parte integrante della storia artistica dell’isola.
Le statue in terracotta in mostra, a Ragusa
Del sopra citato periodo barocco, tra l’altro, vi è il quartiere di Ragusa Ibla, a Ragusa, in stile barocco che è anche il quartiere più antico del centro storico ragusano. Qui si trova il Palazzo Arezzo Donnafugata, del casato degli Arezzo, una famiglia nobiliare presente in Sicilia fin dal XII secolo.

Uno scorcio della città di Ragusa. Foto Pixabay
Il Palazzo Arezzo Donnafugata è anche sede, da quasi due secoli, di particolari statuine in terracotta dipinta realizzate dai maestri artigiani Giacomo Bongiovanni Vaccaro e dal nipote Giuseppe Vaccaro, noti “figurinai” di Caltagirone attivi nella seconda metà dell’Ottocento. Le loro sculture raccontano scene di vita quotidiana di quella Sicilia che ritroviamo nei libri di Verga e Capuana.

Una delle statuine in mostra. Foto Giuseppe Bornò
Queste statuine, esposte al pubblico per la prima volta, sono al centro della mostra “Genti di Sicilia. Opere dalla bottega Bongiovanni Vaccaro a Palazzo Arezzo Donnafugata” presso il Teatro Donnafugata, a Ragusa Ibla.
Un’occasione per scoprire meglio questa eccezionale terra e le sue genti!
La mostra, dove e quando
Genti di Sicilia. Opere dalla bottega Bongiovanni Vaccaro a Palazzo Arezzo Donnafugata, 1 giugno – 8 luglio 2021, Teatro Donnafugata. Ingresso gratuito e su prenotazione. Per informazioni e prenotazioni: http://www.teatrodonnafugata.it/it/contatti

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