Napoli è da sempre considerata ricca di storia, arte e cultura. Ma il capoluogo della Campania è anche una delle città più antiche d’Europa. Sai che la sua fondazione risale pressapoco al VIII sec. a.C.?
La città, secondo le fonti storiche, fu fondata dai Cumani: l’antica Neapolis (“Città Nuova”) fu fondata da un gruppo di coloni cumani stabilitisi a Parthènope, già insediamento fenicio e poi, nel VII sec. a.C., rodiese.
Sotto il profilo artistico essa risulta ricca di particolari e di trasformazioni realizzatesi nel corso dei secoli, in base ai vari avvicendamenti storici.
Il periodo paleocristiano
Dei primi secoli del cristianesimo troviamo le catacombe di San Gennaro: con ampie gallerie, sostenute talora da pilastri ricavati nel tufo, queste catacombe sono decorate con affreschi i più antichi dei quali risalgono al II sec. Altri antichi cimiteri cristiani sono le catacombe dette di San Gaudioso e di San Severo.
Con l’età costantiniana secondo il Liber pontificalis Ecclesiae neapolitanae, una memoria ufficiale dei vescovi napoletani, ecco delinearsi la basilica di Santa Restituta, in origine a 5 navate poi completamente trasformata nel Trecento e in seguito al terremoto del 1688.
Altri edifici paleocristiani notevoli per gli effetti pittoreschi e scenografici, propri della tradizione architettonica della città, sono la chiesa di San Gennaro fuori le mura, fatta elevare accanto alle catacombe dal vescovo Severo (fine IV sec. – inizio V sec.), quella di San Giorgio Maggiore che conserva intatta dopo i rifacimenti del XVIII sec. la parte absidale, e quella di San Giovanni Maggiore (VI sec.).

L’interno della Basilica di Santa Restituta, a Napoli. Ph. Berthold Werner, Wikipedia
Il periodo angioino
Divenuta capitale del regno degli Angiò, Napoli tornò a imporsi come grande centro artistico: fiorentissima fu soprattutto l’attività architettonica grazie all’opera di maestri francesi, ma anche locali, che diffusero nella città il gusto per le slanciate strutture gotiche in numerosissime chiese (San Lorenzo Maggiore, San Domenico Maggiore, Santa Chiara, Santa Maria Donna Regina).
All’età angioina risalgono anche un paio di castelli menzionabili: il Castel Nuovo detto anche Maschio Angioino (XIII sec.; ricostruito nel XV sec.) e Castel Sant’Elmo dominante la città dal Vomero.
Fu in questo periodo che da tutte le regioni d’Italia, in particolare dalla Toscana, affluirono nella città i maggiori artisti del tempo, che contribuirono a renderla più splendida con le loro opere.

Una veduta di Castel Sant’Elmo (in fondo) e della Certosa di San Martino da Piazza del Plebiscito. Foto wikipedia
Gli aragonesi
Nel corso del Quattrocento, col passaggio dalla dinastia angioina a quella aragonese, andarono imponendosi le forme rinascimentali.
Si pensi al sopra citato Castel Nuovo – o Maschio Angioino – al suo Arco Trionfale di Alfonso d’Aragona, ai palazzi Marigliano, Filomarino, Gravina, alla chiesa di Sant’Anna dei Lombardi e a quella di Santa Caterina a Formiello.
Sul versante pittorico alla corte di Renato I Il Buono d’Angiò, e poi a quella di Alfonso I d’Aragona, furono attivi artisti provenienti da ogni parte d’Europa, in particolare provenzali, francesi, borgognoni e iberici.

Castel Nuovo. Foto Pixabay
Lo stile barocco
Nella seconda metà del Cinquecento continuarono a prevalere, sia in architettura che in pittura, le forme rinascimentali, ma un nuovo splendido periodo dell’arte napoletana iniziò fin dai primi decenni del XVII sec., col formarsi di una vigorosa tradizione pittorica subito dopo il breve soggiorno di Caravaggio (1607).
Battistello Caracciolo e lo spagnolo Jusepe de Ribera ne furono i brillanti iniziatori, seguiti da Francesco Fracanzano e Pietro Novelli, detto il Monrealese.
Le forme barocche dominarono fino alla prima metà del Settecento dove risultano visibili, per esempio, nelle chiese della Concezione a Montecalvario e di San Michele, in Palazzo Pignatelli e nel portale di Palazzo Filomarino.
Napoli dal Settecento all’Ottocento
Opera principale di questo periodo fu la decorazione della Cappella di san Severo: gravemente danneggiata dal terremoto nel 1980 è stata completamente restaurata nel 1990.
Con l’inizio dell’Ottocento si affermò lo stile neoclassico, che si evince dalla Chiesa di San Francesco di Paola e da Villa la Floridiana.

Il Cristo velato presente nella Cappella di S. Severo. Photo credit Museo Cappella Sansevero
Napoli Napoli, la mostra al Museo Real Bosco di Capodimonte
Una mostra che sta per prendere piede poco prima dell’autunno, per poi terminare l’estate del prossimo anno, celebra il fascino artistico di questa città emblema del Sud Italia.
La rassegna “Napoli Napoli. Di lava, porcellana e musica”, ambientata al Museo e Real Bosco di Capodimonte ha per protagonista Napoli e la sua storia tra arte, musica e moda. Sotto osservazione sarà la storia della città dagli anni di Carlo di Borbone a quelli di Ferdinando II tra passaggi di potere e trasformazioni stilistiche.
Tra porcellane delle fabbriche di Capodimonte, costumi del teatro San Carlo, dipinti e complementi d’arredo si potranno anche ascoltare le musiche, nelle apposite sale, di Giovanni Pergolesi e Domenico Cimarosa, cogliere le testimonianze delle eruzioni del Vesuvio grazie ai reperti minerari esposti, e infine confrontare la Napoli di ieri con quella di oggi tramite un videomapping, opera dell’artista Stefano Gargiulo.
Un’occasione per far rivivere al visitatore la vita quotidiana, e teatrale, di Napoli: pimpante, frivola e gioiosa da una parte ma anche tragica dall’altra, con la continua minaccia delle eruzioni vesuviane.
La mostra, dove e quando
Napoli Napoli. Di lava, porcellana e musica, 21 settembre 2019 – 21 giugno 2020 (prorogata fino al 6 aprile 2021), Museo e Real Bosco di Capodimonte, via Miano 2, Napoli. Biglietti: intero € 14, ridotto € 8. Per maggiori informazioni visitare il sito.

10 COMMENTS
My Beautiful Abruzzo
4 anni agoChe bella guida, Maria! In passato, essendo della provincia dell’Aquila al confine col frosinate (Cassino, per esempio) e quindi vicina a Napoli, sono stata varie volte ma senza mai visitare nulla in particolare: quante cose ho scoperto quindi di aver perso! Tracce aragonesi ci sono anche qui in Abruzzo: per esempio ad Ortona a Mare, con ciò che resta del Castello aragonese, appunto. Mentre del Regno di Napoli in generale, a Civitella del Tronto (e la sua fortezza) che era proprio ai limiti del Regno e quindi in posizione strategica col confine delle marchigiano/ascolano. È bello vedere questi influssi!
Maria Curci
4 anni ago AUTHORHai ragione, c’è sempre un fil rouge che unisce le varie città e regioni e questo grazie all’arte e alla cultura! Sono contenta allora di averti fatto scoprire cose che ignoravi o non avevi colto prima della città di Napoli. Tranquilla, capita anche a me, questo blog infatti è un’occasione ghiotta per tenermi aggiornata! 🙂
Paola
3 anni agoGrazie per le informazioni, Napoli mi interessa molto dal punto di vista artistico e il tuo articolo è un ottimo modo per iniziare a scoprirla
Maria Curci
3 anni ago AUTHORGrazie mille a te, Paola! Sono contenta che l’articolo ti sia stato utile!
Lucia Schettino
3 anni agoBellissimo articolo! 🙂 Sono napoletana, quindi forse sono di parte, ma la storia di Napoli è davvero incredibile, per non parlare dei bellissimi paesaggi che la caratterizzano.
Mi hai fatto venire voglia di fare un po’ di turismo per la mia città <3
Maria Curci
3 anni ago AUTHORGoditela la tua Napoli! E grazie per il complimento, che detto da una napoletana – e quindi da chi vive sul posto – fa ancora più piacere! <3
Mariangela mp
3 anni agoAdoro Napoli e, questo post mi ha fatto venire voglia di tornarci e guardarla con occhi nuovi. Grazie
Maria Curci
3 anni ago AUTHORGrazie a te! <3
Claudia
3 anni agoDavvero molto interessante!
Purtroppo non ho mai visitato Napoli ma ho ancora impresse nelle mente le parole che una cara amica ha usato per tentare di descrivere l’emozione di fronte al Cristo velato
Maria Curci
3 anni ago AUTHORGrazie mille Claudia! Anch’io in realtà devo ancora scoprire Napoli in tutta la sua bellezza. Indubbiamente il Cristo velato è una di quelle sculture che t’imprimono sentimenti indelebili se visti, a maggior ragione, da vicino.
Sono curiosa di sapere le parole della tua amica… 🙂