Una mostra fotografica a Bolzano è dedicata alla catena montuosa più famosa in Italia, le Alpi, per cui ho trovato un buon motivo per conoscere tradizioni, riti e leggende che le riguardano in modo da scoprire meglio tutta la loro magia!
Le Alpi, le caratteristiche
Le Alpi costituiscono il principale sistema montuoso europeo da un lato per la grande estensione e per le notevoli altezze che raggiunge, dall’altro per l’importanza e per le vicende storiche di cui sono state testimoni.
Il nome Alpi deriva secondo alcuni da una radice preindoeuropea che ha il significato di alta montagna. Esse si dispongono lungo un arco che va dal golfo di Genova all’orlo del bassopiano pannonico.
La catena, lunga 750 km sul lato interno e 1.300 km sul lato esterno, occupa parte del territorio di sei stati europei: Italia, Francia, Svizzera, Germania, Austria e Slovenia. La vetta culminante, quella del Monte Bianco (4.810 m) è la principale vetta d’Europa, seppur numerose altre cime superano i 4000 m.

Valle d’Aosta. Al raduno di Celtica, in Val Veny, un uomo con un mantello da druido si incammina verso il lago del Miage per assistere all’Omaggio alle Montagne, concerto d’arpa che tradizionalmente dà l’avvio alla festa. Photo credit Stefano Torrion
La popolazione alpina, i primi insediamenti
Riguardo la popolazione alpina, alcune vallate principali furono sicuramente abitate fin dal paleolitico, specialmente nelle Alpi Occidentali, ma fu col periodo del neolitico che iniziò l’insediamento dell’uomo.
Abitate in età preromana da popolazioni liguri, retiche e venete, le Alpi vennero colonizzate dai Romani a partire dalla seconda metà del III sec. a.C. e furono in seguito più volte percorse da popoli barbarici di varia origine.

Alto Adige-Sud Tirol. Salita al Monpiccio, in Val Venosta, per i fuochi del Sacro Cuore. Photo credit Stefano Torrione
Nonostante questo esse riuscirono a costituire un luogo di contatto e coesistenza tra le popolazioni latine a sud e quelle germaniche e slave a nord e a est.
Tradizioni, riti e leggende alpine
Le Alpi, specie quelle centrali e orientali, sono da sempre considerate terre di tradizioni, riti e leggende che rimandano alla religiosità pre-cristiana e quindi alla mitologia celtica.
Attraverso queste leggende le credenze pagane sono sopravvissute al Cristianesimo amalgamandosi anzi con esso e dando origine ad una cultura arcaica e mistica.

Veneto. A Lagole si racconta che le Anguane, donne legate al mito dell’acqua, erano figure misteriose e molto belle che vivevano nei boschi presso laghi o corsi d’acqua. Narra la leggenda che le anguane si recassero al laghetto delle Tose a lavarsi e a pettinarsi i lunghi capelli rossi. Photo credit Stefano Torrione
Una di tali leggende ha a che fare col mito dell’Homo Selvadego, l’uomo selvatico, che ha retaggi celtici e le cui radici sono riconducibili alla preistoria indoeuropea.
La sua presenza viene collegata alle grotte e agli anfratti inaccessibili, ai luoghi isolati di montagna come il bosco.
Secondo la tradizione è identificato con la figura del pastore, maestro dell’arte casearia e depositario di antiche conoscenze legate alla conservazione dei cibi e delle carni, delle erbe medicinali e dell’apicultura.
Un personaggio associato a una figura terribile a cui ricondurre le paure umane, ma anche simbolo dell’armonia uomo-natura a metà tra l’umano, il selvaggio e il divino.

Piemonte. L’Orso di Segale di Valdieri, nella Val di Gesso, più che quelle di un animale selvatico, ha le sembianze di un fantoccio di paglia, e viene cacciato e catturato quando esce dal letargo invernale. Photo credit Stefano Torrione
L’Homo Selvadego è riconducibile ad alcuni archetipi come:
- Pan, il dio metà umano e metà caprino divinità dei pastori e delle greggi;
- il dio Silvano, dio dei boschi e della campagna;
- i Satiri, figure mitologiche dalle gambe caprine che abitano i boschi e le montagne;
- Ercole, l’eroe rinomato per la sua forza e considerato difensore di case e città. (fonte: L’homo Selvadego nella cultura popolare alpina, sito: Polo Culturale Mercatorum e Priula).

Friuli. Il carro di San Nicolò trainato dai cavalli, con gli angeli e i diavoli al seguito, percorre il bosco innevato di Fusine in Valromana. Vestito di rosso e con i paramenti del Vescovo, il santo dispensa doni e benedizioni. Photo credit Stefano Torrione
E che dire, poi, delle tradizioni alpine? In questo articolo la mia amica travel blogger Katia de Il Miraggio ci parla di una di esse legate, in particolar modo, alla città di Bolzano, sede della mostra AlpiMagia.
AlpiMagia, la mostra a Bolzano
Le genti, le tradizioni, i riti e le leggende delle Alpi sono al centro della mostra fotografica, organizzata dal CAI Bolzano, “AlpiMagia: riti, leggende e misteri dei popoli alpini” con scatti realizzati da Stefano Torrione, presso la sede del Museo Civico di Bolzano.
Torrione documenta con le sue foto il folklore alpino e dunque tutto ciò che fa parte dell’affascinante cultura della gente delle Alpi: dalla leggenda delle Anguane a quella dell’Uomo Selvatico, dai fuochi Epifanici a quelli del Solstizio d’estate, dai falò del Diavolo a quelli in alta quota, dalle rappresentazioni dei Lupi a quelle degli Orsi, e poi i riti Primaverili, quelli di Aratura propiziatoria, la notte delle Streghe e la notte delle Stelle.

Alto Adige- Sud Tirol. Vestiti di stracci multicolori e nascosti dietro maschere di diavoli cornuti, i Brutti o Klaubaufn, vanno all’incontro con gli Esel, asini scampanatori, nel giorno dell’apparizione di Santa Klos a Stelvio. Photo credit Stefano Torrione
La mostra rappresenta un magnifico affresco della cultura alpina, una sorta di gioco di specchi che riflette squarci di vita dei piccoli mondi alpini, separati tra loro da vallate impervie, ma uniti in un unico spirito.
Il fotografo Stefano Torrione, breve biografia
Stefano Torrione nasce ad Aosta cinquantasette anni fa. Dopo la Laurea in Scienze Politiche si dedica alla fotografia.
Professionista dal 1992, ha collaborato con il settimanale Epoca. Si è poi specializzato nel reportage geografico e etnografico, viaggiando in molti paesi del mondo e pubblicando servizi sulle principali testate giornalistiche italiane (National Geographic Italia, Geo, Panorama) e su alcune riviste straniere.

Valle d’Aosta. Il 29 giugno, in occasione di S. Pietro e Paolo, Danilo Blanc continua una lunga tradizione accendendo un falò sulla cima del Monte Emilius a quota 3.559m. E’ forse il fuoco più alto di tutto l’arco alpino. Photo credit Stefano Torrione
La mostra, dove e quando
AlpiMagia: riti leggende e misteri dei popoli alpini, 19 settembre 2020 – 25 aprile 2021, Museo Civico di Bolzano, Via Cassa di Risparmio 14, Bolzano. Ingresso libero. Per maggiori info sul museo: https://www.beniculturali.it/luogo/museo-civico-di-bolzano#contatti

4 COMMENTS
Katja
3 anni agoL’Alto Adige pullula di leggende e tradizioni l
Che rimandano alla notte dei tempi. Ogni volta che ne scopro una nuova ne rimango sempre incanta.
Consiglio di partecipare alle feste di carnevale (quello di Terreno in primis) oppure alle sfilate legate a San Nicola (l’equivalente Santa Lucia in Italia): ci si rende conto del folklore locale ma soprattutto di quanto queste popolazioni fossero legate alla terra, al ciclo delle stagioni e alle tradizioni pagane.
Maria Curci
3 anni ago AUTHORIndubbiamente il folklore alpino ha il suo grande fascino. Le montagne, la neve, i mercatini natalizi, i boschi, le case tipiche sono già di per sé ricche di attrattiva, se poi ci si mettono in mezzo leggende, riti e tradizioni la curiosità e l’incanto aumentano a dismisura.
Keep Calm & Drink Coffee
3 anni agoDavvero molto interessante complimenti!
Mi è piaciuto molto leggere la parte della mitologia celtica e delle leggende.
Grazie
Maria Curci
3 anni ago AUTHORGrazie mille! In effetti è un argomento che attira ed è stato interessante anche per me scoprire alcune di queste leggende. 🙂