Un inedito lato di Giovanni Verga, lo scrittore e drammaturgo siciliano noto per romanzi e novelle dedicate alla sua terra, viene rivelato nella mostra dedicata al Verga fotografo in occasione del centenario della morte.
Ma prima facciamo un passo indietro nel tempo e ripercorriamo le tappe salienti della biografia dello scrittore.
Giovanni Verga, la biografia
Giovanni Verga (Catania 1840 – 1922) nacque in una famiglia siciliana benestante, di origini nobiliari, iniziò i suoi studi sotto la guida del letterato e patriota nonché lontano parente Antonino Abate, per poi studiare col canonico Mario Torrisi formandosi così nel contesto del patriottismo risorgimentale sul piano politico e dell’ideologia romantica sul piano letterario.
Quando s’iscrive nel 1858 alla Facoltà di Giurisprudenza a Catania (che non frequentò fino alla fine) aveva già tentato le sue prime prove di scrittore, come testimonia l’inedito Amore e Patria scritto a 17 anni e dedicato alla rivoluzione americana. Furono gli anni in cui si lasciò anche travolgere dai fermenti politici tanto da seguire con viva partecipazione la spedizione dei Mille ed entrando nella Guardia nazionale di Catania.

Ritratto di Giovanni Verga a penna e acquarello realizzato da Antonino Gandolfo, collezione Francesco Paolo Frontini. Fonte Wikipedia
Svolse pure l’attività di giornalista e fondò tre giornali tra cui Roma degli Italiani. Nel 1861 pubblicò il romanzo storico I carbonari della montagna, e qualche anno dopo la rivista fiorentina Nuova Europa pubblicò a puntate il suo romanzo Sulle lagune. Una peccatrice, ispirato alla condizione di Venezia ancora soggetta alla dominazione austriaca.
Il successo ottenuto da queste opere lo indusse a trasferirsi a Firenze, dove risiedette dal 1865 al 1871 in seguito alla morte del padre. Nel 1872 si stabilì invece a Milano dove fu vicino agli esponenti della Scapigliatura e soprattutto rinsaldò l’amicizia con lo scrittore conterraneo Luigi Capuana quando questi prese dimora nella metropoli lombarda.
Negli anni fiorentini e nei primi anni milanesi Giovanni Verga, risentendo dell’influenza della narrativa contemporanea e in particolare del naturalismo francese, compose romanzi di ambientazione borghese dotati di una certa vena polemica nei confronti della società elegante ma anche di una tormentata concezione dell’amore (Una peccatrice, 1866; Storia di una capinera, 1870; Eva, 1873; Tigre reale, 1875; Il marito di Elena, 1882).
Giovanni Verga, le opere
Contemporaneamente andava scoprendo la vena a lui più congeniale, quella di scrittore realista che lo fece diventare il maggior esponente della corrente letteraria del Verismo in Italia. Ed ecco che emergono racconti e romanzi ambientati nella sua Sicilia, tra cui Nedda su una raccoglitrice di olive vittima della miseria, la novella Fantasticheria pubblicata nel volume Vita dei campi (1880), che contiene alcuni dei capolavori del Verga novelliere come Cavalleria rusticana, La lupa, Jeli il pastore, Rosso Malpelo. Nel 1881 apparvero I Malavoglia, enel 1883 le Novelle rusticane insieme ad altre opere entrate a far parte della letteratura italiana come Mastro Don Gesualdo (1889).
Nel 1893 Verga tornò in patria, a Catania, da dove si allontanò di rado solo per effettuare qualche viaggio a Roma, nell’Italia settentrionale e a Berlino. Ormai considerava conclusa la sua attività creativa e ben poco pubblicò negli ultimi anni: I ricordi del Capitano D’Arce (1891), Don Candeloro e C.i (1894), Dal tuo al mio (1905).

La Casa-Museo di Giovanni Verga a Catania. Foto Wikimedia Commons
I suoi eroi sono gli umili e i vinti, le vittime di un destino avverso e segnato dove persino coloro che hanno saputo crearsi una fortuna, come don Gesualdo e Mazzarò della novella La roba non possono sottrarsi allo scacco finale.
Nel 1920 a 80 anni Giovanni Verga fu nominato senatore del regno d’Italia e fu questo un riconoscimento ufficiale della sua grandezza d’artista che venne sempre meglio compresa col passare degli anni e consacrata dopo la sua morte dal consenso unanime della critica e dei lettori.
La mostra dedicata a Giovanni Verga in Sicilia
In occasione del centenario della morte che ricade quest’anno è stata attivata in suo onore la mostra “La segreta mania – Giovanni Verga fotografo” presso il Museo Civico dell’Immaginario Verghiano di Vizzini, in provincia di Catania, in collaborazione con la Fondazione 3M.
Una mostra inedita così come altrettanto inedito è l’aspetto che mira a far conoscere dello scrittore e cioè quello del Verga in versione fotografo, una passione per la fotografia che lui stesso definì la sua “segreta mania”.

Una foto scattata da Giovanni Verga. Fonte Artemagazine
Una predilezione rimasta nascosta, almeno fino al 1970 quando furono scoperte le lastre di vetro e i rullini su cui l’autore catanese aveva impresso le sue immagini. Protagonista di queste foto naturalmente la sua Sicilia, una Sicilia dalla doppia anima: urbana e rurale. Ma anche paesaggi svizzeri e quelli lombardi. Numerosi anche i ritratti, a parenti e amici ma anche ai contadini, ai massari e fattori, quelli stessi che finivano per animare i suoi romanzi.
Le foto in mostra, anche se non originali perché andate perdute, provengono dall’archivio fotografico della Fondazione 3M, un’istituzione culturale dedita alla ricerca e formazione e proprietaria di uno storico archivio fotografico di oltre 110 mila immagini.
La mostra, dove e quando
La segreta mania – Giovanni Verga fotografo, 20 marzo – 18 settembre 2022, Museo Civico Immaginario Verghiano, via Santa Maria dei Greci 12, Vizzini (Catania). Per maggiori informazioni: museicivicivizzini@gmail.com

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