Il personaggio di Don Chisciotte della Mancia, scaturito dalla penna e dalla fantasia di Miguel de Cervantes Saavedra, è il protagonista di una mostra a Palazzo Reale di Napoli.
Don Chisciotte della Mancia, la storia
Don Chisciotte della Mancia dello scrittore Cervantes, noto in spagnolo col titolo di El ingenioso hidalgo Don Quijote de la Mancha, è un romanzo in due parti considerato un capolavoro non solo della letteratura spagnola ma anche mondiale.
La sua storia è incentrata su un anziano nobiluomo (“hidalgo”) di campagna, don Alonso Quijano, che vive nella regione spagnola della Mancia e passa il suo tempo a leggere romanzi cavallereschi al punto che se ne appassiona e decide di diventare Don Chisciotte, un personaggio che nelle sue intenzioni deve rinnovare le gesta degli eroi romanzeschi liberando principesse oppresse, castigando felloni e riempiendo la Terra della fama delle sue imprese.

Ritratto di Miguel de Cervantes Saavedra attribuito a Juan de Jáuregui
Così in sella al suo scheletrito cavallo Ronzinante, con in capo un vecchio elmo arrugginito e con indosso un’armatura ritrovata nel granaio, Don Chisciotte all’insaputa di tutti abbandona la sua casa in cerca di avventure.
Ad un oste incontrato in un’osteria chiede di nominarlo cavaliere e costui lo asseconda. Per essere un degno cavaliere però bisogna avere una dama e Don Chisciotte elegge dama dei suoi pensieri una contadina del luogo battezzandola “Dulcinea del Toboso”. Ma l’incontro con alcuni mercanti, cui vuol far dichiarare che Dulcinea è la più bella del mondo, si conclude miseramente per il povero cavaliere coperto di legnate.
Dopo questa disavventura un contadino lo riconosce e lo riconduce a casa dove i suoi amici, il curato e il barbiere bruciano solennemente dopo un accurato esame i romanzi della sua biblioteca cavalleresca ritenuti più pericolosi. Ma la follia di Don Chisciotte è incurabile: appena guarito riparte, sempre sul suo Ronzinante, questa volta accompagnato da Sancho Panza, un semplice contadino che nomina suo scudiero e che cercherà col suo buon senso di dissuaderlo dalle avventure più disastrose.

Honoré Daumier, Don Chisciotte e Ronzinante, olio su tela, 1868 circa, Neue Pinakothek, Germania
Sancho Panza e Don Chisciotte
Sancho Panza è la ragione positiva e pratica, il buon senso terra terra contrapposto alla follia generosa che va al di là di ogni calcolo. Tutto il significato simbolico del romanzo si gioca su questo contrasto con i due personaggi che incarnano i due aspetti principali dello spirito spagnolo: l’uno idealista sempre alla ricerca di irresistibili chimere, dimentico delle esigenze della realtà quotidiana in virtù di un sogno e di un avvenire favoloso; l’altro invece pratico e positivo ma anche fatalista, che confida più nella buona sorte che nel lavoro da fare per raggiungere la fortuna.
La filosofia di Don Chisciotte della Mancia è così umana, così accessibile che per questo ha conquistato il mondo intero.

Salvador Dalí, Don Chisciotte
Don Chisciotte nell’arte
Il soggetto del Don Chisciotte ha fornito molte ispirazioni tra musica, balletti, film e naturalmente arte, a partire dalle numerosissime edizioni illustrate del capolavoro di Cervantes: da quella originaria apparsa a Londra nel 1617 per finire ai disegni dedicati al mitico hidalgo da Pablo Picasso, Jean Cocteau, Salvador Dali, Marc Chagall.
Merita una menzione a parte anche Honoré Daumier per i vari dipinti, acquerelli e disegni conservati nei musei di Parigi, Zurigo e Berlino. Tra le sculture invece le più più note sono quelle rappresentate dal gruppo in bronzo Don Chisciotte e Sancio Panza alla Piazza di Spagna di Madrid.

Marc Chagall. Don Chisciotte, olio su tela, 1974
Don Chisciotte a Palazzo Reale di Napoli
Ispirata alla figura di Don Chisciotte della Mancia è la mostra “Don Chisciotte tra Napoli, Caserta e il Quirinale: i cartoni e gli arazzi“ inaugurata da poco a Palazzo Reale di Napoli.
La mostra dedicata a Don Chisciotte a Napoli è allestita nella Galleria del Genovese e nella sala XXIV dell’Appartamento Storico. Comprende gli arazzi e i disegni ispirati al noto hidalgo voluti da Carlo di Borbone e realizzati dalla Reale Fabbrica di Napoli tra il 1757 e il 1779 per arredare la Reggia di Caserta, poi inviati al Palazzo del Quirinale a Roma dopo l’Unità d’Italia.
Non solo arazzi e cartoni preparatori, della rassegna fanno parte anche edizioni illustrate del libro di Cervantes conservate nella Biblioteca Nazionale di Napoli e anche lo spartito dell’opera di Paisiello proveniente dal Conservatorio S.Pietro a Majella di Napoli.

Giuseppe Bonito, Don Chisciotte beve con una canna, 1761
Un’occasione tra l’altro per celebrare lo storico legame tra la città di Napoli e la Spagna suggellata dalla partecipazione, all’inaugurazione della mostra, dell’ambasciatore spagnolo in Italia Alfonso María Dastis Quecedo e del sindaco di Napoli Gaetano Manfredi.
La mostra, dove e quando
Don Chisciotte tra Napoli, Caserta e il Quirinale: i cartoni e gli arazzi, 19 maggio – 6 settembre 2022, Palazzo Reale di Napoli – Appartamento storico, Piazza del Plebiscito 1, Napoli. Per maggiori informazioni su orari e biglietti ti consiglio di visitare la sezione apposita.

2 COMMENTS
Keep Calm & Drink Coffee
9 mesi agoLe opere di Dalì e Chagall sono capolavori.
Grazie per la segnalazione!
Maria
9 mesi ago AUTHORGrazie, come sempre, a te!