Una mostra dedicata a un pittore non molto conosciuto quale Giacomo Ceruti ci permette di indagarne la figura. T’invito per questo ad accompagnarmi nel percorso di scoperta!
Giacomo Ceruti, la biografia
Giacomo Ceruti (Milano, 1698 – 1767), detto il Pitocchetto, è stato un pittore italiano attivo intorno alla metà del XVIII secolo. Non si sa molto della sua vita, ma le opere da lui realizzate indicano che è stato il migliore dei pittori di quadri di genere attivi in Lombardia nel Settecento (emblematiche le sue Nature morte).
Fu operativo soprattutto a Brescia dove vi si trasferì con la moglie nel 1721 rimanendovi per diversi anni, almeno fino al 1734 circa. Proprio al periodo bresciano risalgono le sue prime opere note, come il Ritratto del conte Giovanni Maria Fenaroli (collezione privata) risalente al 7 luglio 1724.
Il pittore Giacomo Ceruti ebbe una particolare predilezione nel rappresentare la vita dei mendicanti e dei poveri, detti anche “pitocchi”, da qui il soprannome di Pitocchetto come recita anche una delle sue opere: Due pitocchi conservata presso la Pinacoteca Tosio-Martinengo di Brescia.

Giacomo Ceruti, Natura morta con zucca, pere e noci, pittura ad olio, 1750-1760, Pinacoteca di Brera, Milano
Una tematica che rientra in quel filone artistico che ha a che fare con la “pittura di realtà”, piuttosto attiva in quel periodo in Lombardia che anzi vantava una tradizione secolare visto che prima del Ceruti vi s’erano cimentati pittori come Vincenzo Foppa, attivo tra il Quattrocento e il Cinquecento, ed esponenti della scuola bresciana come Giovanni Gerolamo Savoldo (1480 – 1548) e Alessandro Bonvicino detto il Moretto (1498 circa – 1554), per non parlare di Caravaggio, un altro che si dedicò a ritrarre nei suoi quadri soggetti molte volte presi dalla strada.
Ma Giacomo Ceruti fu colui che più di chiunque altro seppe rappresentare ampiamente questo filone raffigurando la vita quotidiana dei reietti con uno spietato realismo tanto da essersi meritato l’appellativo di “Omero dei diseredati” dallo scrittore e critico d’arte Giovanni Testori.

Giacomo Ceruti, Due pitocchi, olio su tela, 1730-34, Fondazione Brescia Musei
Il periodo veneziano
Intorno ai primi anni trenta del Settecento il Ceruti si trasferì a Venezia, ospitato dal collezionista e mecenate Matthias von der Schulenburg, che gli commissionò diverse opere incentrate su ritratti, paesaggi e nature morte.
Il soggiorno lagunare rappresentò per il pittore lombardo un’ottima occasione per approfondire la pittura veneziana del proprio tempo, oltre che per entrare in contatto con un ambiente cosmopolita.

Giacomo Ceruti, La Lavandaia, olio su tela, 1720-25, Fondazione Brescia Musei
Giacomo Ceruti, le opere
La sua attività non si ridusse in effetti solo ai quadri di genere; fu anche un buon ritrattista, come sottolinea l’opera Ritratto di giovinetta con ventaglio, presso l’Accademia Carrara di Bergamo. Tra le sue opere più celebri va annoverata la Lavandaia ospitata nella Pinacoteca Tosio Martinengo di Brescia.
Fu un più modesto autore invece di quadri sacri, si ricordano Battesimo di Santa Giustina (a Padova presso la Basilica di Sant’Antonio di Padova), Vergine e santi (Padova, Chiesa di Santa Lucia). Numerose sue opere sono a Brescia, nel Palazzo Pubblico e nella Chiesa dei Cappuccini. Ma anche in altri luoghi, come il Museo Civico Amedeo Lia di La Spezia dove è custodito il suo Ritratto di viandante, o presso la Basilica di Santa Maria Assunta a Gandino, in provincia di Bergamo.
Da ricordare anche i dipinti del Ceruti acquistati dal conte Bernardo Salvadego verso la fine dell’Ottocento e che furono custoditi per un certo periodo di tempo nel suo castello situato nella frazione di Borgo San Giacomo, in provincia di Brescia. Dopodiché dalla seconda metà del secolo scorso queste opere sono state traslocate tra la Pinacoteca Tosio Martinengo di Brescia, il Museo Lechi di Montichiari, sempre in provincia di Brescia, e diverse collezioni private.

Giacomo Ceruti, Ritratto di giovinetta con ventaglio, 1740, Accademia Carrara, Bergamo.
La mostra Miseria e Nobiltà
In occasione di questo 2023 che vede le città di Bergamo e Brescia a rappresentare la Capitale della Cultura di quest’anno, si è voluto dare spazio ad una mostra incentrata su un pittore che nella città di Brescia in particolare è stato molto attivo e chi dunque se non il pittore Giacomo Ceruti detto il Pitocchetto, tra i più importanti esponenti del tardo barocco italiano?
Per questo è stata attivata in suo onore la mostra “Miseria&Nobiltà. Giacomo Ceruti nell’Europa del Settecento” presso il Museo di Santa Giulia, a Brescia.
Un progetto di respiro internazionale che vede il coinvolgimento sia di musei italiani che internazionali, compreso il Getty Museum di Los Angeles dove ci sarà una monografica dedicata al pittore lombardo a partire dal 18 luglio.
Ma è anche una rassegna dove ad essere in mostra non sono solo le opere del Ceruti ma anche di artisti a lui precedenti o suoi contemporanei seppure il focus resta concentrato sull’artista originario di Milano, la cui arte viene ora rivalutata e meglio apprezzata a distanza di 36 anni, da quando cioè vi fu la prima grande mostra dedicata a Giacomo Ceruti a Brescia, nel lontano 1987. Un’ottima occasione per riscoprirlo.
La mostra, dove e quando
Miseria&Nobiltà. Giacomo Ceruti nell’Europa del Settecento, 14 febbraio – 28 maggio 2023, Museo di Santa Giulia, Via dei Musei 81/b, Brescia. Biglietto intero € 14, ridotto € 12, € 10. Per maggiori informazioni visita il sito della mostra.

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