Il Rinascimento a Napoli coincise col periodo degli angioini e degli aragonesi. Con i francesi Angiò il capoluogo campano divenne uno dei maggiori centri di sviluppo dell’arte del tempo. Con l’affermazione in seguito dello spagnolo Alfonso V d’Aragona detto il Magnanimo, re d’Aragona e di Sicilia, che conquistò Napoli dopo un lungo assedio (1441-42) stroncando le ultime vane resistenze dei sostenitori dei d’Angiò, la città di Napoli continuò il suo progresso in campo culturale.
Il periodo di Alfonso d’Aragona
Alfonso d’Aragona passava per essere un protettore delle arti, per questo durante il suo regno Napoli divenne un polo culturale di primissimo piano. E le sue lungimiranti politiche culturali vennero poi proseguite dal figlio Ferdinando I d’Aragona, detto Ferrante.
Ma nonostante ciò i re aragonesi incontrarono difficoltà nel conquistarsi il favore popolare, tra l’altro per aver condotto a Napoli un gran numero di Catalani a occupare posizioni chiave nella politica e nell’economia, dove già operavano persone provenienti da fuori, di origine francese, toscana o veneziana.
Le crescenti correnti avverse, che dopo la congiura dei Baroni (1485-1486) si manifestarono nell’accoglienza trionfale a Carlo VIII di Francia (1495) e successivamente nelle lotte franco-spagnole, si conclusero nel maggio 1503 con l’ingresso a Napoli dello spagnolo Consalvo di Cordova. Quest’ultimo prese possesso della città in nome di Ferdinando II il Cattolico del quale fu viceré.

Pedro Fernández Murcia, Polittico della Visitazione, olio su tavola, 1508-1510 circa, Museo e Real Bosco di Capodimonte, Napoli
I viceré spagnoli
Durante il regime dei viceré spagnoli (1503-1507) Napoli mantenne una formale autonomia, ebbe una rigogliosa ripresa urbanistica diventando ancora una volta – soprattutto ai tempi dell’imperatore Carlo V – metropoli di importanza e fama internazionali.
Ma pagò tutto questo a caro prezzo quando il potere spagnolo andò deteriorandosi, nel XVII secolo, quando sotto il peso di una pesante politica fiscale scoppiò la rivolta popolare legata al nome di Masaniello (1647), seguita da un infelice esperimento repubblicano.

Marco Cardisco, Madonna con Bambino, olio su carta trasportata su tela, 1517-1520 circa, Musei Reali, Galleria Sabauda, Torino
Il Rinascimento artistico a Napoli
Sotto il profilo artistico con il passaggio dalla dinastia angioina a quella aragonese si andarono sempre più delineando le forme tipiche del Rinascimento, messe in risalto nella ricostruzione di Castel Nuovo (1443-1453) e nell’Arco dedicato ad Alfonso d’Aragona, alla decorazione del quale collaborarono sotto la direzione di Guillermo Sagrera, architetto e scultore spagnolo, numerosi artisti italiani e stranieri in un ambiente ricco di fermenti culturali e nel quale si formarono anche architetti e scultori come Francesco Laurana e Niccolò dell’Arca.
Negli ultimi due decenni del secolo l’attività di grandi architetti come Giuliano da Maiano (cui si deve la villa di Poggioreale poi distrutta e la Porta Capuana nel 1484) e Francesco di Giorgio Martini fu di grande importanza per l’affermazione del gusto rinascimentale di stampo toscano in numerosi palazzi e chiese della fine del XV secolo e della prima metà del XVI.
Per la pittura, alla corte angioina prima e a quella aragonese dopo furono attivi diversi artisti europei anche se l’ambiente artistico napoletano del Rinascimento fu dominato da Colantonio, artista attivo nella corte di Alfonso V e dal quale prese spunto l’attività giovanile di Antonello da Messina, il più celebre pittore del Rinascimento meridionale.
Nella seconda metà del Cinquecento continuarono a prevalere le forme del Rinascimento artistico a Napoli, sia in architettura che in pittura. Allo stesso tempo si andava delineando un nuovo periodo dell’arte napoletana connesso al breve soggiorno in città di Caravaggio, avvenuto nel 1607.

Maestro Retablo di Bolea, Adorazione del Bambino
La mostra sul Rinascimento meridionale
Una mostra celebra il Rinascimento napoletano, in particolare il periodo compreso tra il 1503 e il 1532 circa, il trentennio in cui la città partenopea fu all’apice della sua grande stagione umanistica e che vide il coinvolgimento di diversi artisti, sia italiani che stranieri tra cui quelli spagnoli.
Si tratta della rassegna “Gli Spagnoli a Napoli. Il Rinascimento meridionale” presso il Museo e Real Bosco di Capodimonte, a Napoli, realizzata in collaborazione col Museo del Prado di Madrid.
Tra gli artisti spagnoli che contribuirono ad una felice stagione dell’arte napoletana ricca di estro creativo e di originalità vi furono Pedro Machuca, Alonso Berruguete, Pedro Fernández, Diego de Siloe e Bartolomé Ordóñez.
Artisti che seppero recepire e fare proprie le novità artistiche di quegli anni, le stesse elaborate da Michelangelo Buonarroti, Leonardo da Vinci e Raffaello Sanzio. In tal modo offrirono il proprio contributo per la diffusione della cultura rinascimentale anche tra le due sponde del Mediterraneo.

Raffaello Sanzio,
Madonna con il Bambino tra i santi Raffaele Arcangelo con Tobiolo e Girolamo, Museo Nacional del Prado, Madrid
La mostra, dove e quando
Gli Spagnoli a Napoli. Il Rinascimento meridionale, 13 marzo – 25 giugno 2023, Museo e Real Bosco di Capodimonte, via Miano 2, Napoli. Per informazioni sul costo dei biglietti ti segnalo questo link.

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