Nella città di Taranto è stata attivata in occasione del MEDIMEX, una realtà attiva dal 2011 in Puglia per promuovere l’innovazione e la cultura musicale, una mostra fotografica dedicata al gruppo cult dei Joy Division con scatti realizzati da Kevin Cummins.
Che ne dici se facciamo un salto nel secolo scorso e ri-scopriamo la loro storia?
I Joy Division, la storia
Gli inglesi Joy Division si collocano nel ricco panorama della musica rock. Wikipedia li definisce un gruppo “post punk” formatosi a Salford, nella contea della Grande Manchester.
Il gruppo ha avuto una durata musicale molto breve, dal 1977 – l’anno di formazione – fino al 1980 a causa del suicidio del cantante Ian Curtis. Gli altri componenti sono stati Stephen Morris alla batteria e percussioni, Peter Hook al basso e Bernard Sumner alla chitarra e tastiere. Dopo lo scioglimento dei Joy Division hanno dato vita ad una band similare, ancora in attività: i New Order.

Una delle foto in mostra. Photo credit Art and Cult Blog
La storia dei Joy Division inizia come quella di tante altre band nate nel Regno Unito sull’onda della musica punk esplosa nei primi anni Settanta in seguito ai moti del 68, alla politica repressiva della Tatcher, alla crisi economica dovuta alla disgregazione dell’impero coloniale e alla forte contrapposizione sociale che animava la Gran Bretagna in quel periodo con la tradizione vittoriana da una parte, richiedente ordine e disciplina, e i giovani anarchici dall’altra condannati a vivere in un Paese senza futuro per loro.
Il 9 dicembre 1976 tre ragazzi ventenni – Bernard Sumner, Terry Mason e Peter Hook – amici dai tempi della scuola debuttano in un locale di Manchester facendosi chiamare Stiff Kittens.
Ad assistere al loro show un altro ventenne: Ian Curtis, da sempre appassionato di poesie e di musica, rock naturalmente, con una predilezione per David Bowie, Velvet Underground e Iggy Pop.
L’origine del nome
Stroncati da un magazine locale in seguito alla loro esibizione i tre Stiff Kittens vengono avvicinati da Curtis, desideroso di far parte della loro realtà. Da qui nascono i Warsaw, in omaggio a Bowie e al suo brano “Warszawa” contenuto nell’album “Low” del 1977.
In seguito il nome della band verrà cambiato nel definitivo Joy Division, nel gennaio del 1978, per non generare confusione con un’altra band londinese chiamata Warsaw Pakt che aveva appena inciso un disco.
Il nome Joy Division fu introdotto dal frontman Ian Curtis dopo la lettura di un romanzo chiamato “The House Of Dolls”, ovvero “La Casa delle bambole”, un’opera letteraria del 1953 dalla trama macabra: descrive le “Divisioni della gioia” facendo riferimento ai gruppi di donne ebree che durante la seconda guerra mondiale, nei campi di concentramento, erano costrette a prostituirsi per soldati e gerarchi nazisti.

I Joy Division in uno scatto di Ian Cummins. Ph. credit Art and Cult Blog
Un nome cupo che caratterizzò alla fine la stessa musica dei quattro, dalle tonalità oscure che ben si associavano alla personalità fragile e poetica al contempo del frontman.
Il post punk dei Joy Division
Il genere musicale che meglio definisce i JD è indubbiamente il post-punk, anche sotto il profilo meramente estetico: il punk esprimeva aggressività a partire dall’abbigliamento, i Joy Division erano un po’ più pacati e se ne andavano in giro in camicia e pantaloni anziché con borchie e creste.
Due soli furono gli album pubblicati: il mitico Unknown Pleasures (1979), diventato ormai una pietra miliare della sfera rock, e l’altrettanto avvincente Closer (1980), che vide la luce due mesi dopo la morte di Ian Curtis.

Un’altro scatto di Kevin Cummins. Photo credit Art and Cult Blog
I Joy Division in mostra a Taranto
Questo ha fatto si che i JD con lo scorrere del tempo diventassero immortali. E se la musica ha certamente contribuito a farli arrivare a questo livello non da meno sono state le immagini, le fotografie che li hanno consegnati alla storia.
La maggior parte di questi scatti è opera di Kevin Cummins, il fotografo ufficiale del gruppo. Queste foto sono ora al centro della mostra “Kevin Cummins: Joy Division and beyond” ospitata nelle sale del MArTA, il Museo Archeologico di Taranto che t’invito a scoprire qui.

Ian Curtis. Ph. credit Art and Cult Blog
Non c’è comunque spazio solo per i Joy Division nella rassegna, in mezzo anche altri gruppi protagonisti di quella scena musicale inglese come gli Smiths di Morrissey, anche loro fotografati da Cummins, che ha rivelato – a proposito dell’aspetto serioso assunto spesso da Ian Curtis e company nei suoi scatti – di averlo chiesto espressamente alla band in modo da rendere l’idea della Manchester del tempo, che da tutto era connotata tranne che da allegria e benessere.

Morrissey in uno scatto di Kevin Cummins. Ph. credit Art and Cult Blog
Più di 50 fotografie ai sali d’argento in sostanza che ripercorrono l’avventura, brevissima ma molto intensa, dei Joy Division iniseme a scatti che ritraggono altre band inglesi altrettanto note: non solo gli Smiths ma anche New Order, nati dalle ceneri degli stessi Joy Division, Stone Roses fino agli Oasis. Imperdibile se si va a Taranto e si è appassionati di rock!
Ulteriori informazioni
Kevin Cummins: Joy Division and beyond, 16 settembre 2021 – 23 gennaio 2022, MARTA- Museo Archeologico Nazionale di Taranto, via Cavour 10, Taranto. Costo del biglietto (comprensivo della visita al museo) € 8. Per maggiori informazioni ti consiglio di visitare il sito del museo.

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