I castelli di Bari sono principalmente due tra cui il più noto Castello Svevo, tra i simboli della città, e il Fortino di Sant’Antonio. T’invito a scoprirli meglio entrambi, così ricchi di mistero e storia come tutte le fortezze sanno essere.
Il Castello Normanno Svevo di Bari, la storia
Comincio questo percorso di conoscenza sui castelli della città dei Bari col Castello Normanno Svevo, una monumentale fortezza risalente al Duecento e collocata nel centro storico, in piazza Federico II di Svevia, poco più in là l’altrettanto monumentale Cattedrale di San Sabino.

Una veduta dell’ampio cortile del Castello. Photo credit Art and Cult Blog
Il periodo normanno
Ma fu nel 1131 che prese forma il primo nucleo del Castello Svevo, su precedenti abitazioni bizantine. Siamo nel periodo normanno, quello in cui la città era sotto il potere del re dei Normanni Ruggero II, che proprio l’anno precedente era stato incoronato re di Sicilia.
E fu proprio Ruggero II a far costruire il castello anche se alcuni reperti trovati, risalenti all’epoca romano-greca, lasciano presupporre che un primo nucleo della fortezza esistesse già in epoche antiche. Come paiono confermare alcuni passi delle Satire di Orazio e degli Annali di Tacito in cui si allude ad un luogo fortificato nell’antica Barium, la cui collocazione sembrerebbe coincidere con la zona del castello.
Ma nel 1156 il Castello Svevo di Bari fu distrutto da Guglielmo il Malo, figlio di Ruggero, che per vendicarsi dei tentativi dei bizantini di riconquistare la città, appoggiati dalla stessa popolazione, la fece radere al suolo. Dalla furia distruttrice venne salvata solo la Basilica di San Nicola.

La scala monumentale che porta al piano nobile. Photo credit Art and Cult Blog
Il periodo svevo
Fortunatamente ci pensò Federico II di Svevia a rimettere in sesto la roccaforte tra il 1233 e il 1240. E leggenda vuole che durante il suo regno San Francesco d’Assisi, di passaggio a Bari dove pose la prima pietra al convento che gli fu dedicato, fu invitato dal re svevo come ospite nella sua dimora.
Un’occasione che in realtà nascondeva un tiro mancino perché Federico II sapendo che il pio uomo predicava contro di lui e la sua corte a causa della sua vita lasciva (ebbe quattro mogli e svariate amanti compreso, si dice, un harem) lo mise alla prova inducendolo in tentazione con l’aiuto di una cortigiana ma San Francesco non ci cascò suscitando così l’ammirazione del sovrano.
A riprova di questo avvenimento vi è una targa commemorativa che si può notare dopo aver varcato l’ingresso del Castello, subito dopo il locale in cui è situata la biglietteria.

La targa commemorativa dedicata a San Francesco d’Assisi. Photo credit Art and Cult Blog
Il periodo angioino e il periodo aragonese
Dopo Federico II di Svevia fu la volta di Carlo d’Angiò che provvide a rinforzare l’ala nord del Castello, all’epoca lambita direttamente dal mare. Passato il periodo angioino subentra quello aragonese con Isabella d’Aragona prima e la figlia Bona Sforza dopo, le quali nel Cinquecento trasformano radicalmente la fortezza barese dandogli la fisionomia celebre ancora oggi.
Isabella e la figlia, l’indimenticata Bona Sforza, fecero fortificare il Castello Svevo di Bari con una cinta bastionata ed un ampio fossato in modo da adeguarlo all’introduzione delle armi da fuoco, oltre a ingentilire l’interno del complesso facendolo diventare oltretutto sede di una raffinata corte rinascimentale.

Uno dei tanti dettagli presenti all’interno del Castello Svevo. Photo credit Art and Cult Blog
Dal periodo borbonico fino ai giorni nostri
Finito questo periodo ecco che arrivano i napoletani Borbone sotto i quali il Castello subisce uno stato di abbandono trasformandosi in prigione e poi in caserma. Nel 1937 la rocca diventa sede della Soprintendenza ai Monumenti e alle Gallerie di Puglia e Basilicata fino al 2017. Il Castello verrà così aperto al pubblico.
Cosa vedere nel Castello Svevo di Bari
All’interno del Castello Normanno Svevo di Bari si può ammirare innanzitutto l’ampio cortile centrale e una scenografica scala a doppia rampa che collega il pian terreno ai grandi saloni del piano nobile, per poi accedere alle diverse sale visitabili tra cui:
- la Sala Aragonese che svela la storia dei restauri e del recupero funzionale del Castello nel corso del XIX e del XX secolo attraverso fotografie e plastici di alcune delle roccaforti pugliesi

La Sala Aragonese. Photo credit Art and Cult Blog
- la Sala Angioina che raccoglie le cosiddette “ceramiche del butto” facendo riferimento col “butto” a un immondezzaio, ritrovato nell’ambiente attiguo alla cappella del Castello
- la Sala Normanna in cui sono esposti materiali lapidei di varia provenienza
- la Sala Sveva, che corrisponde all’area archeologica, in cui si possono osservare i risultati degli scavi tra cui i resti di una chiesa e di un cimitero altomedievali e il primo insediamento di epoca normanna.

Una parte dei resti archeologici nella Sala Sveva. Photo credit Art and Cult Blog
Vi sono anche la Cappella Palatina che raccoglie un’icona raffigurante una Madonna bizantina, e la Gipsoteca che custodisce le riproduzioni in gesso dei più importanti monumenti e cattedrali pugliesi realizzati nel 1911 dagli scultori Mario Sabatelli e Pasquale Duretti in occasione del Cinquantenario dell’Unità d’Italia.
Ulteriori informazioni
Il Castello Normanno Svevo di Bari è visitabile da piazza Federico II di Svevia tutti i giorni, dalle 9 alle 19, tranne il lunedì. Il biglietto intero costa 7 euro mentre il ridotto 2 euro. Per maggiori informazioni ti consiglio di visitare il sito apposito.

Nella Gipsoteca. Photo credit Art and Cult Blog
Il Fortino di Sant’Antonio
L’altro dei castelli di Bari, oltre al Castello Svevo, è il Fortino di Sant’Antonio, una fortezza molto più piccola della prima e realizzata secondo fonti storiche nel Quattrocento per volere di Giovanni Antonio Del Balzo Orsini, duca di Bari e principe di Taranto. Anche se non è escluso che esistesse già nel Trecento come torre di difesa del porto.
Il piccolo castello deve il suo nome, Fortino di Sant’Antonio, alla presenza di una preesistente chiesetta dedicata al santo. La torretta venne poi distrutta alla morte del feudatario lasciando intatta la chiesa.

Il Fortino di Sant’Antonio visto dal Lungomare Imperatore Augusto. Photo credit Art and Cult Blog
Durante il regno di Isabella d’Aragona e della figlia Bona Sforza la mini fortezza fu ripristinata, nell’ottica di rinnovamento del sistema difensivo della città.
Il Fortino di Sant’Antonio è collocato in uno dei punti panoramici della città di Bari, su un’ansa delle mura che circondano il borgo antico. Il Fortino è dotato anche di una terrazza accessibile dalla muraglia di via Venezia, che viene aperta solo in occasione di eventi culturali o di matrimoni.

Una veduta panoramica del Fortino. Photo credit Art and Cult Blog
Non di rado capita che venga resa accessibile al pubblico in occasione di mostre, tra cui quella dedicata al presepe artigianale, o di dibattiti e incontri pubblici.
Due castelli che ti consiglio di non perdere se vuoi scoprire l’arte e la cultura di Bari godendo dei suoi panorami più suggestivi!
Le foto presso il Castello Svevo sono state realizzate per gentile concessione della Direzione regionale Musei Puglia – Ministero della Cultura.

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