A Bari un’innovativa mostra di arte contemporanea celebra i memorabili mattoncini Lego, amati ancora oggi da bambini di ogni età, anche quelli che l’infanzia l’hanno oltrepassata da un bel pezzo.
Ci sono adulti che sui Lego hanno costruito la loro arte, come Nathan Sawaya il primo a cimentarsi in opere scultoree famose utilizzando esclusivamente i mattoncini Lego.
Storia e origini dei mattoncini Lego
I Lego non sono altro che piccoli parallelepipedi colorati facilmente assemblabili per incastro nelle più varie combinazioni. La loro storia comincia nel 1949 quando un produttore di giocattoli danese, dal nome Lego, immette sul mercato dei mattoncini simili a quelli brevettati da Hilary “Harry” Fisher Page, un produttore inglese di giocattoli e inventore dei mattoncini autobloccanti, gli “antenati” dei Lego.
Dietro i mattoncini Lego in realtà c’è l’ingegno di un falegname danese, Ole Kirk Christiansen, che dopo un incendio provocato inavvertitamente da alcuni dei suoi figli alla sua bottega a Billund, in Danimarca, decide di non perdersi d’animo e ricostruire, ampliandolo, il suo laboratorio. Che finisce col diventare un luogo in cui si realizzano non solo mobili ma anche giocattoli in legno.

I classici mattoncini Lego
Il passo successivo fu, nel 1934, quello di coniare il termine “Lego” dal danese “leg godt” (“gioca bene”) realizzando mattoncini in plastica visto l’utilizzo sempre più crescente sul mercato di questo materiale.
Il 1949 è l’anno della nascita ufficiale dei Lego anche se fu nel 1958 che assunsero la forma che conosciamo ancora oggi. Col passare del tempo si è cercato di migliorarli e renderli più adatti ai bambini tanto da diventare un must nei giochi dei piccoli.
I Lego e l’arte
Ma, come sostenuto all’inizio del post, i Lego hanno finito con l’essere apprezzati anche dagli adulti, al punto che alcuni di loro sono diventati dei veri e propri artisti in grado di dar vita a delle sculture ispirate alle opere d’arte più famose, come la Gioconda di Leonardo o La Notte stellata di Van Gogh (con il già citato Nathan Sawaya) oppure utilizzando gli omini gialli dei Lego per ricostruire alcune scene famose dell’arte come l’Ultima Cena di Leonardo o I nottambuli di Edward Hopper (opere dell’artista torinese Marco Pece meglio noto come Udronotto).

La versione Lego dei Nottambuli di Hopper realizzata da Udronotto. Fonte foto Finestre sull’Arte
I Love Lego, la mostra a Bari
Come pure gli artisti della mostra “I Love Lego” allestita in uno dei luoghi centrali dell’arte contemporanea a Bari, ossia lo Spazio Murat, in piazza del Ferrarese. Appena varcata la soglia della sala in cui si trova allestita la mostra si materializzano subito le tele di Stefano Bolcato, simpatiche rivisitazioni in chiave Lego di quelle tele che ormai fanno parte della storia dell’arte come Scudo con la testa di Medusa del Caravaggio o Il figlio dell’uomo di René Magritte.
Non mancano le vignette e le installazioni comiche con protagonista Ugo Legozzi del collettivo LEGOlize, autori dal 2016 dell’omonima pagina umoristica seguita da oltre due milioni di appassionati.

Le tele di Stefano Solcato. Photo credit Art and Cult Blog
I diorami
Ma i pezzi forti della mostra sono sicuramente i diorami, le riproduzioni in scala ridotta di diverse ambientazioni, tutte realizzate naturalmente con i mattoncini Lego.
Tra questi: Il grande Diorama Castello, il Villaggio Tirolese, Grande Diorama City, Diorama Classic Space, Winter Village 2018 e Operazione Nakam.
Il Grande Diorama Castello, per il quale sono stati impiegati circa 250mila mattoncini, ricrea gli scenari medievali. Un diorama realizzato nel 2018 e che è stato soggetto a numerosi cambiamenti nel corso degli anni evolvendosi di volta in volta con l’aggiunta di nuove zone e costruzioni. Riproduce le foreste attraversate dai cavalieri, la città fortificata, il forte del re e i sentieri che portano al lago. Al centro di questi fantastici scenari le fattorie dove i contadini lavorano instancabilmente.
Il Villaggio Tirolese, realizzato con circa 90mila pezzi, nasce nel 2017 e s’ispira a un tipico villaggio tirolese con la riproduzione in miniatura di edifici realmente esistenti nelle zone dell’Alto Adige.

Il Villaggio tirolese realizzato con i Lego. Photo credit Art and Cult Blog
Il Grande Diorama City risale al 2019 ed è stato realizzato con circa 160mila mattoncini. Rappresentativo delle grandi città, per costruirlo sono state utilizzate sia tecniche di costruzione tradizionali che anticonvenzionali tra cui software CAD per definire l’assetto urbano. Tra le opere esposte spicca il Museo di Scienze Naturali con la sua architettura ottocentesca.
Diorama Classic Space, che ha visto l’impiego di circa 50mila Lego, è stato ideato e progettato da uno dei più grandi collezionisti al mondo di set e pezzi originali della serie anni 80 “Lego Classic Space”. Il diorama in questione riproduce un futuristico insediamento minerario sulla Luna.
Il Winter Village 2018 risale al 2018 ed è il risultato di un lavoro di studio e costruzione durato 5 anni. Riproduce un villaggio invernale, ispirato dalla passione per la montagna, la neve e dalla magia del Natale.

Il Winter Village costruito con i Lego. Photo credit Art and Cult Blog
L’Operazione Nakam, nata nel 2017, è uno spettacolare diorama che ricostruisce lo scenario di un avvenimento storico avvenuto nel 1945 in Friuli: rappresenta la vendetta (nakam in ebraico) della brigata antinazista che in quel periodo cercava giustizia nelle terre di tutto il paese.
E infine non può mancare un omaggio alla Puglia con l’installazione The Trulli of Alberobello, composta da circa 3000 pezzi e realizzata da Renato Lovicario in circa 3 mesi, versione in miniatura dei tipici trulli di Alberobello!
La mostra, dove e quando
I Love Lego, 9 dicembre 2022 – 19 marzo 2023, Spazio Murat, Piazza del Ferrarese, Bari. Biglietto intero € 10, ridotto € 8.

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