I santi sono stati spesso soggetti prediletti dagli artisti di tutti i tempi, tra questi figurano San Giovanni, Maria Maddalena e San Nicola, con l’articolo di oggi invece ti porto alla scoperta di un altro personaggio della Bibbia, San Michele Arcangelo, e della sua rappresentazione nell’arte.
San Michele Arcangelo, chi è
San Michele arcangelo nella Bibbia indica il nome del Principe degli angeli. L’arcangelo è solitamente un angelo di un ordine superiore, e nella tradizione cattolica gli arcangeli sono quattro: Michele, Raffaele, Gabriele e anche Uriele.
Nell’Antico Testamento il nome dell’arcangelo Michele ricorre due volte nel libro di Daniele, dove è presentato come capo supremo dell’esercito celeste in difesa del popolo d’Israele. In ebraico il suo nome è Mîkhā’ēl, che significa “chi è come Dio?”.
Nel Nuovo Testamento è invece menzionato nell’Apocalisse, dove a capo dei suoi angeli conduce la lotta contro le potenze del male sconfiggendole, e nella Lettera di San Giuda dove è presentato in contesa con il diavolo per il corpo di Mosè.

Guido Reni, San Michele Arcangelo, olio su tela, prima metà del XVII secolo, collezione privata, Roma
San Michele arcangelo compare frequentemente anche nella letteratura apocrifa e negli scritti di Qumran nelle vesti di capo dell’esercito celeste che, insieme con gli angeli fedeli, dirige la grande battaglia universale contro il male e porta al definitivo trionfo dei giusti sui peccatori.
Il culto di San Michele arcangelo
Il culto dell’arcangelo Michele, che s’è originato dapprima in Oriente e risale ai primi tempi del Cristianesimo (il suo nome è associato a quello di Gesù e di Gabriele in iscrizioni siriache ed egiziane), arrivò in Occidente grazie all’influsso bizantino.
Una tarda leggenda vede San Michele nell’angelo apparso al papa, poi divenuto santo, Gregorio Magno durante la peste del 590 sulla Mole Adriana di Roma, da qui il nome di Castel Sant’Angelo.
A lui sono stati dedicati numerosi santuari di cui il più celebre è quello di Monte Sant’Angelo, sul Gargano, costruito sopra una grotta dove Michele era apparso a ricordo della vittoria riportata nei pressi della città pugliese di Siponto (Manfredonia) dai Longobardi sui Saraceni nel 663.

Basilica Santuario di San Michele a Monte Sant’Angelo, sul Gargano. Foto Pixabay
I Longobardi, che lo elessero protettore delle loro milizie, gli dedicarono chiese e santuari in tutto il regno. Altri celebri santuari a lui intitolati sono la Sacra di San Michele, in Piemonte, e quello di Mont-Saint-Michel in Normandia, costruito sul luogo di una presunta apparizione dell’angelo.
San Michele Arcangelo nell’arte
Nell’arte la rappresentazione e l’iconografia di San Michele è tra le più antiche del mondo cristiano. Raffigurato con una scintillante armatura, raramente a cavallo, i suoi simboli distintivi sono la spada, la bilancia (per il compito a lui attribuito di pesare le anime dopo la morte) e la lancia.
Diverse opere sparse in Europa, tra cui un dittico bizantino conservato nel British Museum di Londra, un mosaico in Sant’Apollinare in Classe a Ravenna, la stauroteca di Limburgo recano la sua effigie. La stessa che in forme gigantesche e terribili appare nell’affresco romanico della Cattedrale Notre-Dame di Le Puy, in Francia, e in quello raffigurante l’Apocalisse nella Basilica di San Pietro al Monte a Civate, presso Como.

Raffaello Sanzio, San Michele e il drago, olio su tavola, 1505 circa, Museo del Louvre, Parigi
La sua figura campeggia in tutte le visioni dell’Apocalisse e in tutti i Giudizi finali dipinti nei secoli. L’arcangelo appare inoltre in numerosissimi polittici e pale, tra queste la pala di San Barnaba del Botticelli (Firenze, Uffizi), e i due dipinti di Raffaello oggi al Louvre.
Con la Controriforma, simboleggiando San Michele il trionfo della Chiesa romana sugli eretici e sui protestanti, le effigi si moltiplicarono e nuove chiese gli vennero dedicate.
San Michele, la mostra marchigiana
Ispirata alla figura di San Michele Arcangelo nell’arte è la mostra “Sulle orme di San Michele Arcangelo. Pellegrini e devoti nell’arte da Crivelli a Caravaggio” una rassegna itinerante che si tiene in territorio marchigiano presso il Bastione Sangallo di Loreto (dal 9 aprile al 13 luglio 2022), la Pinacoteca Civica di Ascoli Piceno (dal 22 luglio al 6 novembre) e Palazzetto Baviera di Senigallia (dall’11 novembre 2022 al 12 febbraio 2023).
Una mostra che ha lo scopo di approfondire non solo la figura dell’arcangelo ma anche il tema del pellegrinaggio mediante opere che spaziano dal periodo medioevale al Seicento, nel segno di san Michele Arcangelo e dei luoghi di culto a lui dedicati.

Cola dell’Amatrice, Madonna che allatta il Bambino con i Santi Sebastiano, Antonio, Francesco e Rocco
I pellegrini ed i devoti che percorrevano numerosi gli itinerari di fede europei sono stati infatti più volte rappresentati dagli artisti nel corso dei secoli mettendone in evidenza le particolarità dell’abbigliamento con i segni caratteristici che consentiva di riconoscerli.
Opere dove ad essere effigiati sono anche santi come San Rocco e San Giacomo maggiore o altri che si sono distinti in territorio marchigiano e oltre come San Giacomo della Marca.

Jacob Ferdinand Voet, Ritratto di Urbano Rocci in veste di pellegrino
Lavori artistici che sono nella maggior parte provenienti dalle collezioni civiche marchigiane, dove non mancano capolavori di artisti come Carlo Crivelli, Antonio da Fabriano, Guercino, Francesco Guerrieri e altri che tra il XV e il XVII secolo hanno testimoniato questo fenomeno di culto.
La mostra, dove e quando
Sulle orme di San Michele Arcangelo. Pellegrini e devoti nell’arte da Crivelli a Caravaggio. Biglietto intero € 8, ridotto € 4. Per maggiori informazioni: https://comune.loreto.an.it/ oppure manda una mail a info@artifexarte.it o all’addetta ufficio stampa mariachiara@salvanelli.it

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