Oggi ti voglio consigliare 5 itinerari culturali sulla via nicolaiana per scoprire la città di Bari nel segno di San Nicola, un santo molto amato a Bari essendone anche il patrono. Nel capoluogo pugliese sono conservati buona parte dei suoi resti, ragion per cui il culto nei suoi confronti è molto sentito.
San Nicola, un santo molto amato
San Nicola è noto come un santo tra i più venerati e amati al mondo, non solo dai cattolici ma anche dagli ortodossi e da altre confessioni cristiane. Al tempo stesso è il patrono di diverse città e nazioni: Amsterdam, in Olanda, come protettore dei naviganti, della francese Lorena e della Russia.
Ma lo è anche di molte città italiane, tra cui la mia: Bari. Non a caso viene anche chiamato San Nicola di Bari a sottolineare l’importante legame che lo lega al capoluogo pugliese.
Proprio a Bari nel segno del santo originario di Myra voglio proporti cinque itinerari sulla via nicolaiana per poter scoprire la città nel suo cuore pulsante.
Il Castello Svevo di Bari
Il primo di questi riguarda il Castello Svevo, uno degli edifici simbolici di Bari. Una maestosa fortezza risalente al XIII secolo situata ai margini del centro storico, nei pressi della Cattedrale e dell’area portuale.
L’edificio, che funge da sede museale, è attribuito al re normanno Ruggero II che lo fece realizzare nel 1131.
Subì vari mutamenti fino al XVI secolo quando Isabella D’Aragona e la figlia Bona Sforza gli diedero l’impronta attuale fortificandolo con una cinta bastionata ed un ampio fossato, oltre a conferirgli l’aspetto di un’elegante dimora rinascimentale con una scenografica doppia rampa di scale che unisce il pian terreno con i grandi saloni del piano superiore.

Il Castello Svevo fotografato un anno prima della pandemia. Photo credit Art and Cult Blog
Il Castello ospita al pian terreno la Gipsoteca dove sono raccolte riproduzioni in gesso delle sculture relative ai più importanti monumenti e cattedrali pugliesi.
Queste copie sono state realizzate nel 1911 dagli scultori Pasquale Duretti e Mario Sabatelli in occasione dell’Esposizione Etnografica Regionale per il Cinquantenario dell’Unità d’Italia. Tra di esse ve ne sono alcune derivanti dalla Basilica intitolata al santo patrono della città, San Nicola appunto.
Dedicato al santo è anche il MUNBAM, nato da qualche anno e situato sempre all’interno del castello. Si tratta del Museo di San Nicola dedicato ai Bambini e alle Bambine essendo da sempre protettore anche dei bambini: non a caso la storia di Santa Claus, il Babbo Natale americano, ha a che fare col nostro santo miroblita.
Attualmente il Museo non risulta visitabile a causa delle restrizioni dovute al Covid-19, io stessa non sono riuscita ad accedervi ma lo farò appena sarà ripristinato perché non l’ho ancora visitato e sicuramente ne varrà la pena.

La Gipsoteca. Photo credit Art and Cult Blog
A questo link puoi trovare maggiori informazioni sul Castello, che ha riaperto da poco i battenti, tenendo conto naturalmente che tutto può variare in base alla situazione attuale.
Le edicole votive di Bari vecchia
Usciti dal Castello si può entrare nel centro storico percorrendo la strada che dalla vicina Cattedrale di San Sabino porta alla Basilica di San Nicola.
Durante il percorso ci si può imbattere nelle edicole votive, sancite come patrimonio storico locale dal FAI: piccoli e preziosi altari a incorniciare le facciate delle case, delle corti, dei palazzi o degli archi in pietra in modo da proteggere gli usci delle case, le piazze o i vicoli stessi.
Se ne contano circa 240 in tutta Bari vecchia, usurate magari dal tempo ma che testimoniano la devozione della popolazione locale.
Queste edicole sono rappresentate da bassorilievi del XVI sec., da affreschi del XVII sec. e anche da pitture ad olio su lastre di metallo.

Bassorilievo raffigurante San Nicola sul portone d’ingresso della Basilica. Photo credit Art and Cult Blog
Ad essere effigiati sono i santi: San Sabino, San Rocco, i santi Cosma e Damiano, la Madonna e naturalmente San Nicola. Anche se inizialmente le prime edicole recavano immagini pagane, che poi hanno cambiato veste col cristianesimo.
Lo stesso portone d’ingresso della Basilica di San Nicola è sovrastato da un bassorilievo risalente al XIV sec. raffigurante il santo.
E inevitabilmente la Basilica non può che essere l’altra principale tappa nell’itinerario nicolaiano.
La Basilica di San Nicola
La Basilica nicolaiana si erge in tutta la sua maestosità nel cuore del centro storico di Bari grazie allo stile romanico che la caratterizza.
Originariamente fu un tempio edificato sull’area circostante la residenza del catapano, che era il governatore greco-bizantino nell’Italia Meridionale tra il 968 ed il 1071.
Dopo che il 9 maggio 1087 i 62 marinai che compirono la memorabile impresa della traslazione delle ossa fecero rientro a Bari col preziosissimo bottino, l’abate benedettino Elia ordinò di distruggere gran parte del palazzo del catapano e alcuni edifici ecclesiastici minori per realizzare l’imponente edificio che avrebbe conservato le reliquie del santo Nicola.

La Basilica di San Nicola. Photo credit Art and Cult Blog
Entrando nella Basilica conviene rivolgere il naso all’insù per cogliere il dorato soffitto seicentesco con dipinti di Carlo Rosa, pittore pugliese vissuto nel XVII secolo. Abbassata la testa si potranno cogliere le altre differenti testimonianze artistiche presenti, non solo all’interno ma anche all’esterno.
Tra questi l’altare maggiore sormontato da un ciborio del XII secolo, il più antico della Puglia, la cattedra episcopale posta dietro di esso, e realizzata sul finire dell’XI secolo, dedicata all’abate Elia è un altro dei capolavori scultorei del romanico pugliese. Il pavimento con tarsie marmoree e motivi orientaleggianti dei primi decenni del XII secolo, una sedia episcopale in marmo del 1105 e il monumento funebre tardo cinquecentesco dedicato a Bona Sforza, regina di Polonia e amata duchessa della città di Bari.

La statua di San Nicola con ai lati i dipinti di Ambrogio Lorenzetti. Photo credit Art and Cult Blog
Scendendo uno dei due scaloni posti ai lati dell’altare si può accedere alla cripta, la chiesa sotterranea dove riposano le reliquie del vescovo di Myra e dove viene officiato il culto ortodosso.
La zona dell’altare dove si trovano i resti del santo è rivestita da un mosaico pavimentale ricco di materiali provenienti da diverse aree geografiche.
Una volta risaliti sopra, prima di imboccare l’uscita si potrà notare su una delle due navate laterali la statua raffigurante il santo patrono di Bari, protetta da una teca in vetro, con ai lati dei dipinti raffiguranti alcune scene o miracoli riconducibili al santo ad opera del pittore Ambrogio Lorenzetti (1290 – 1348).
Il Museo Nicolaiano di Bari
Usciti dalla magnifica Basilica si può fare una capatina al Museo Nicolaiano posto nelle immediate vicinanze, svoltando a destra.
Inaugurato nel 2010, il museo possiede una ricca raccolta di manufatti artistici e reperti storici che rende omaggio a San Nicola.
Tra questi reperti vi è la pergamena del 1175 circa con i nomi dei 62 marinai baresi che realizzarono l’evento della traslazione.

La pergamena con i nomi dei 62 marinai baresi. Photo credit Art and Cult Blog
Per informazioni e prenotazioni ti conviene mandare una mail a: info@accademiacittadellanicolaiana.it
La Pinacoteca Corrado Giaquinto
Dopo il Museo Nicolaiano prendendo la via del mare e percorrendo il tratto di strada che porta al lungomare Nazario Sauro vi è, nella storica sede del Palazzo della Provincia di Bari, la Pinacoteca Corrado Giaquinto, ultima tappa di questo itinerario nicolaiano.
La Pinacoteca possiede alcune opere che raffigurano San Nicola tra cui un dipinto realizzato proprio da Corrado Giaquinto, il pittore pugliese vissuto nel Settecento al quale è dedicato il museo.
A tal proposito ti ricordo che, sempre nel nome del santo patrono, a maggio dell’anno scorso in occasione dei giorni in cui si ricorda in città la fatidica impresa della traslazione, la Pinacoteca realizzò una mostra virtuale dedicata a quest’evento.

Corrado Giaquinto, San Nicola salva i naufraghi, olio su tela, 1746, Pinacoteca Corrado Giaquinto, Bari. Photo credit Art and Cult Blog
La Pinacoteca Corrado Giaquinto, tra i miei luoghi culturali preferiti qui a Bari, è attiva dal 12 luglio 1928 e fornisce un’ampia documentazione dell’arte pugliese dall’XI al XX secolo ma anche dell’arte veneta dei secoli XV e XVI proveniente da chiese e conventi di Terra di Bari.
Naturalmente ospita anche mostre (comprese quelle di arte contemporanea) e opere di importanti artisti come Guercino, Tintoretto, Giovanni Boldini, Giorgio de Chirico e altri.
Per un maggiore approfondimento puoi scoprirne la storia attraverso il loro sito ufficiale.

Bartolomeo Vivarini, San Nicola di Bari, Santa Caterina d’Alessandria, Santa Chiara d’Assisi, San Bernardino da Siena, scomparto di polittico, sec. XV, Pinacoteca Corrado Giaquinto, Bari. Photo credit Art and Cult Blog
Ad oggi la Pinacoteca è chiusa a causa di lavori di restyling, ma ti consiglio di tenerla d’occhio perché è davvero un luogo pieno di bellezza e che fa bene allo spirito. Io non mi stanco mai di ritornarci ogni volta che posso!

2 COMMENTS
Katja
3 anni agoChe bello: hai parlato di Bari e ne sono davvero contenta! Dovresti farlo più spesso perché da quello che racconti, mi sembra una città molto bella che sa offrire molto (almeno, dal punto di vista storico – culturale!).
Maria Curci
3 anni ago AUTHORSi, beh, sul fatto che Bari sia bella sul profilo storico-artistico-culturale non ci sono dubbi. Diciamo che sono altri gli aspetti che non mi piacciono. Ma su questo preferisco sorvolare.
Comunque tranquilla Katia, ho intenzione di parlarne ancora e beh….ho anche un progetto in mente che la riguarda ma che per il momento è nella mia testa. Vediamo se ne esce fuori qualcosa.
Ad ogni modo, Katia cara, sarai sempre la benvenuta qualora decidessi (e sono sicura che un giorno succederà) di venire a trovarci: me e Bari….magari ricambiando poi la visita perché pure io non ho ancora visitato Trento e dai tuoi articoli anche la tua città è molto interessante! 😉